Tutto rinviato fra quattro settimane. Processo marò sospeso. La Corte Suprema indiana ha accolto il ricorso dell’Italia contro l’utilizzo della polizia internazionale Nia dell’antiterrorismo. L’udienza è durata in tutto 10 minuti, tempo sufficiente perché il legale dei due fucilieri della marina militare, illustrasse le motivazioni che poi hanno portato all’annullamento del provvedimento giudiziario e, insieme, la denuncia iniziale, dell’accusa di aver ucciso due il 15 febbraio 2012. Ascoltate le motivazioni, i giudic B.S Chahuan e J. Chelameswar della sezione 4 hanno accolto l’istanza e informato il governo indiano di avere quattro settimane per presentare le proprie motivazioni ed entrare nel merito del ricorso.
Insieme all’annullamento del Fir – cioè l’accusa di aver ucciso i due pescatori – il ricorso ha riguardato anche l’utilizzo della polizia antiterroristica, in quanto l’incidente è avvenuto al di fuori delle acque territoriali. Se ciò non bastasse, i due fucilieri Massimiliano Latorre e Salvatore Girone erano in servizio per un’operazione anti-pirateria, ciò significa che al momento dei fatti, godevano di immunità funzionale.
Il ricorso “contesta in toto il diritto dell’India a condurre l’inchiesta e a giudicare i marò. Sono molto soddisfatto perché siamo riusciti a far accogliere la nostra posizione e a bloccare la presentazione dei capi di accusa da parte della polizia antiterrorismo Nia”, ha riferito l’avvocato dei due fucilieri, Mukul Rohatgi, dopo la ecisione di riinvio della della Corte Suprema.
Roma, 28 marzo