Abbiamo riportato ieri della triste dipartita della compagna di Mick Jagger, L’Wren Scott. Il mondo dello spettacolo non è nuovo alle tragedie, la maggior parte delle volte inspiegabili. Celebre è il “Club Dei 27“, ovvero Jimi Hendrix, Jim Morrison, Kurt Cobain, Amy Winehouse, Heath Ledger e molti altri artisti morti prematuramente intorno ai 27 anni. Erano tutti giovani, in carriera, considerati dei talenti e idolatrati da milioni di fan. Eppure, in circostanze a volte sospette, sono tutti deceduti. Un’altra categoria dello spettacolo non esente da questo tipo di disgrazie è, inaspettatamente, quella delle conigliette di Playboy.
Create dalla mente di Hugh Hefner nel 1953, le conigliette sono da sempre simbolo di sensualità e divertimento per l’universo maschile: sono (quasi tutte) bionde, maggiorate, seminude, ammiccanti, sorridenti. Proprio dietro a quei visi però si nascondono storie di donne che finiscono in tragedia.
La Playmate più famosa, che posò per la rivista erotica nel dicembre del ’53, è Marilyn Monroe. L’indimenticata diva di “A Qualcuno Piace Caldo”, che le valse tra l’altro un Golden Globe come miglior attrice in una commedia, è morta appena trentaseienne nella sua casa a Los Angeles. La vicenda è tutt’ora avvolta nel mistero: l’autopsia rivelò che “molto probabilmente” si era trattata di overdose da barbiturici, ma c’è chi tutt’ora urla al complotto volto ad eliminare un’attrice troppo vicina alla famiglia Kennedy.
Il termine “complotto” esce fuori spesso quando si parla delle conigliette di Playboy. Sono morte in circostanze sospette Anne Nichole Smith, Ashlyn Martin, Sue Williams, Jackie Rainbow, Lannie Balcom, Fran Gerard e altre ancora. Sono tanti, troppi decessi, e c’è chi comincia a pensare ad una maledizione: la maledizione delle playmate.
Roma, 19 marzo