Roma, 6 marzo – Con l’Italia definita dalla Commissione europea “un Paese con squilibri macro-economici eccessivi”, il Pd di Renzi ieri si è riunito e oggi ha espresso attraverso le parole del neo ministro dell’economia Padoan qualche anticipo sulla linea di rotta.
Stamattina in effetti il ministro per l’economia Pier Carlo Padoan si affretta a spiegare la “strategia ambiziosa di crescita e risanamento”. La Ue, ieri ha dato una stroncatura al bel paese, retrocedendoci insieme a Croazia e Slovenia. Renzi e Napolitano hanno definito solo una sottolineatura e un augurio di proseguire nell’ideeale delle riforme tale bocciatura. Ma stamane Padoan che vanta un’esperienza pluriennale all’ Ocse, ricorda, forse condivide quanto dice la Commissione e quindi anticipa il messaggio che portera’ lunedi’ prossimo all‘Eurogruppo: “Il governo ha una strategia ambiziosa di crescita, riforme e risanamento della finanza pubblica in un arco di tempo di medio termine e ci accingiamo a vararla e poi a implementarla.
Renzi intanto ieri e oggi insiste nel ribadire che in effetti il problema comune europeo, determina una necessità di avviare –anche in Francia e Germania a esempio- politiche che rilancino la crescita e l’occupazione e chiosa “andando in Europa come presidenti del prossimo semestre possiamo auspicabilmente rilanciare la crescita in tutto il continente e non solo da noi”.
Padoan, interviene sul Sole 24ore a spiegare il proprio programma e apre una finestra sul piano che parla di cuneo e spending review. Sarà in effetti data priotrità ai tagli fiscali, mentre le risorse verranno dai tagli alla spesa e dalle coperture transitorie. “Agiremo concentrando le risorse per un intervento forte. Le coperture arriveranno dalla spending review con 5 miliardi sul 2014 e con misure transitorie come il rientro di capitali”. E sul deficit, “non dobbiamo tornare oltre il 3%”, aggiunge e sui provvedimenti attuativi annuncia una task force per combattere l’arretrato. L’obiettivo e’ “concentrare tutto l’intervento in una direzione, tutto sulle imprese, e quindi Irap e oneri sociali oppure tutto sui lavoratori attraverso l’Irpef”. Per le coperture dai tagli della spesa, possono arrivare “cinque miliardi su base annua” e misure transitorie come il “rientro dei capitali”.