Roma, 11 marzo 2014 – All’anagrafe del comune di Bari risulta deceduto da sei anni, e l’Inps gli chiede un rimborso di 72.000 euro per la pensione che dal 2008 è stata versata a un “morto”.
Protagonista di questa ennesima bizzarria della burocrazia italiana è un pensionato di 79 anni Francesco Giuzio che invece è vivo e vegeto.
Tutto inizia quando il signor Francesco si rende conto che la pensione di gennaio e di febbraio non gli viene accreditata in banca e che l’Asl rigetta le sue analisi presso un laboratorio dove il 79enne si reca regolarmente per controllare i valori del diabete. Alla sua domanda “perché” si sente rispondere” lei risulta morto”.
Nessuno si spiega che cosa sia successo.
Il pensionato tenta di approfondire la questione e scopre che in data 31 gennaio 2014 sono state inviate delle lettere dall’ufficio dell’Anagrafe all’Inps e all’Asl in cui si dichiarava il suo decesso avvenuto, appunto sei anni prima. Infine gli uffici competenti riescono a consegnargli un certificato che dimostra che lui “è in vita”.
Alla base c’è probabilmente un disguido che risale alla morte del figlio 37enne del pensionato. Infatti la data della presunta morte del signor Francesco coincide con quella del figlio Gianfranco.