Il 20 marzo 1994 la giornalista romana Ilaria Alpi, inviata di Rai3 in Somalia per seguire un’inchiesta sul traffico di armi e rifiuti tossici che avrebbe coinvolto esponenti dell’esercito e delle istituzioni italiane, venne uccisa a Mogadiscio assieme al fotografo Miran Hrovatin. In occasione del ventesimo anniversario della loro scomparsa, al MaXXI è stata allestita la mostra “Mi richiama talvolta la tua voce”. Aperta fino al 30 di questo mese, l’esposizione comprende quindici scatti realizzati da Paola Gennari Santori che ritraggono la Alpi nella sua crescita personale di una normale ragazza sorridente, oltre l’aspetto esemplare della professionalità che l’ha contraddistinta.
Ad accompagnare le fotografie, le dediche di personaggi noti che l’hanno conosciuta personalmente, come la collega ed amica Giovanna Botteri, o di chi non ha potuto fare a meno di rimanere colpito ed influenzato da quella tragica vicenda, da Dario Fo a Dacia Maraini, da Marco Paolini a Carlo Lucarelli, da Fiorella Mannoia a Paolo Fresu. “Era una cittadina del mondo, ripenso a 25 anni fa, a come eravamo, mi consola sapere che se non l’avessero fermata quel giorno lei non avrebbe mollato. Non avrebbe rinunciato ai suoi sogni, alla sua integrità, al suo rigore, alla sua voglia di raccontare. Mai.”, scrive la Botteri.
Il dovere del ricordo sarebbe una cosa del tutto naturale, ma non è stato così scontato, non per tutti almeno. Basti pensare al tweet dell’avvocato – difficile riconoscergli la denominazione di “onorevole” che spetterebbe ai deputati – Carlo Taormina che ribadisce quanto affermato qualche anno fa, cioè che le Alpi si trovasse in Africa “in vacanza” e che fosse rimasta “vittima di una rapina”. “Per fortuna in Italia sono numerosissime le persone per le quali Ilaria Alpi rimane una donna unica e straordinaria per il suo coraggio e la sua coscienza civile”, ribatte Dario Fo, che del padre di Ilaria, Giorgio, era amico.
In venti anni la coltre che copre traffici internazionali più grandi dell’asse Italia-Somalia non si è diradata, l’unica certezza è che si stesse per scoperchiare qualcosa di grosso e che ovviamente non poteva essere permesso. La buona notizia è che il governo ha annunciato l’avviamento dell’iter di desecretazione degli atti e dei documenti che riguardano quella che può tranquillamente definirsi un’esecuzione. Oltre sessantamila le adesioni alla petizione lanciata da Articolo21, dopo che nel maggio scorso l’Aise, l’ex Sismi, aveva opposto il segreto alle indagini della commissione parlamentare presieduta da Gaetano Pecorella.
Roma, 21 marzo