Roma, 8 marzo- Diritto alla salute, rifinanziamento dei consultori e del welfare, libertà di scelta sul proprio corpo, questi sono alcuni dei temi che questo pomeriggio hanno portato in piazza centinaia di persone. La parola d’ordine di questa giornata è “Io decido”, lanciato dalle donne spagnole dopo le ultime leggi restrittive in fatto di aborto. Sulla stessa linea anche in Italia, donne, migranti, lgbtq, attivisti e cittadini sono scesi in piazza per un 8 marzo diverso: all’insegna del rispetto verso le vittime di violenza e del rispetto dei diritti garantiti dalla Costituzione. Ricordiamo per esempio, le tante denunce di associazioni femministe e consultori sulla spaventosa crescita degli obiettori di coscienza, non solo per l’aborto ma anche per la prescrizione della pillola del giorno dopo ( farmaco di emergenza e non abortivo). Un numero sempre maggiore di ginecologi e medici praticano ormai l’obiezione di coscienza, alcuni per rispettare le loro idee personali, anche a discapito del paziente, altri costretti invece dalla stessa struttura ospedaliera. La deriva verso gli aborti clandestini non è più solo un fantasma, ma è divenuta realtà. Per questo ci dicono dalla piazza hanno deciso di festeggiare un 8 marzo diverso, non istituzionale e d’obbligo, ma sentito e veritiero. Il corteo fra canti e discorsi è partito alle 15 da piazzale dei Condottieri, di fronte al consultorio del Pigneto, per toccare tutti i quartieri storici della lotta femminista e partigiana. A San Lorenzo il lungo serpentone è stato salutato dai ragazzi del centro sociale occupato Communia. Come abbiamo detto, tanti sono i temi che hanno ispirato questo corteo «Vogliamo superare steccati e settarismi, nessuna delle donne in Parlamento ci rappresenta, è inutile che si affannino tanto, ci mostrano solo ciò che non siamo e non vogliamo diventare -ci ha detto Sara- noi stiamo mettendo in pratica un percorso plurale e inclusivo, capace di valorizzare l’autodeterminazione di donne e uomini e la difesa dei diritti: lavoro, sanità, istruzione, casa. Il nostro Paese deve superare i diktat della Chiesa come quelli dell’Europa, le difficoltà che le donne sono costrette ad affrontare ogni giorno mostrano con chiarezza le contraddizioni delle lobby e dei politici che guidano l’Italia. Pensa all’ironia della situazione, chiedi la pillola del giorno dopo e per averrla ci vogliono tre giorni. Ma cosa si chiama a fare “del giorno dopo” ? Ci sono interi strati della società – conclude Sara- che vivono in situazione assurde per la loro drammaticità, eppure sono in pochi che se ne accorgono o che vogliono accorgersene. Per questo oggi abbiamo deciso di essere in piazza, non solo donne, ma migranti, studenti, attivisti e cittadini. Siamo qui perchè “L’otto tutto l’anno”». Il corteo ha poi superato piazzale Aldo Moro, per arrivare al Policlinico e cingerlo in un assedio simbolico, come concretizzazione di tutte le accuse denunciate. Con gli accessi all’ospedale bloccati dalla celere, la giornata si è conclusa, chiamando il prima possibile un’assemblea per ritornare nelle strade della Capitale.