Dalla mezzanotte di sabato 29 marzo 2014, in Inghilterra e in Galles, si potranno celebrare matrimoni gay. L’entrata in vigore della legge sulle nozze tra individui dello stesso sesso è stata accolta con due bandiere arcobaleno issate su due edifici governativi di Londra.
I primi a sposarsi, allo scoccare della mezzanotte, sono stati Neil Allard e Andrew Wale, a Brighton; e poi a Londra, nel quartiere di Islingt, Peter McGraith e David Cabreza, e nello Yorkshire Teresa Millward, è diventata la moglie della donna che le è accanto da 11 anni. E cosi via, da Camden a Mayfair, matrimoni, feste, banchetti. I matrimoni omosessuali si potranno anche celebrare in 700 luoghi di culto, da quelli quaccheri agli unitari, fino agli ebrei riformisti. Rimangono fuori, ancora, le chiese anglicane e cattoliche.
Il premier David Cameron ha affermato: «Non sarà più importante in Gran Bretagna sapere se sei eterosessuale o omosessuale. Lo Stato riconoscerà il rapporto nello stesso modo».
L’entrata in vigore di questa legge è la conclusione di un percorso iniziato nel 2013, quando è stata approvata dalla Camera dei Lord e, con il sigillo della Regina, il “royal assent”, è diventata definitiva. Nel Regno Unito si era già fatto un passo in avanti nel 2003, quando fu abolita una legge, risalente al governo Thacher, che proibiva la “promozione” dell’omosessualità. Infatti, le coppie gay godono già da tempo degli stessi diritti genitoriali delle coppie etero, potendo adottare bambini, oppure ricorrere alla fecondazione assistita e alla maternità surrogata.
Inghilterra e Galles si vanno a sommare agli altri 14 paesi del mondo che hanno legalizzato i matrimoni gay.
Roma, 29 marzo