Una Roma che deve credere allo scudetto ma che soprattutto può pensare con fiducia al proprio futuro. Così Mauro Baldissoni, direttore generale del club giallorosso, a Radio Rai quest’oggi. “Lecito pensare allo scudetto? Legittimo certamente. Molto più banalmente il nostro obiettivo è vincerle tutte, finora siamo stati in condizione di farlo, tentare di prendere la Juve è una motivazione forte. Io sono ottimista rispetto al fatto che la Roma può dimostrare di poterle vincere tutte. Poi riprendere la Juve dipende dalla Juve stessa, quindi non possiamo che sperare”. Mentre è chiaro su Garcia: “Ha un altro anno di contratto, la situazione è stabile e c’è tempo per discuterne. Noi vogliamo tenerlo, lui vuole restare. Con un giocatore può esserci un problema, per un allenatore non è così. Non lo venderemo!”.
Ma il dirigente giallorosso è chiaro anche su altri punti che devono fare il futuro del club, a partire dai giovani: “Stiamo investendo molto di più sul settore giovanile per rafforzare la capacità di produrre talenti. Anche perché un talento prodotto in casa ha un costo inferiore. Stiamo allargando il settore giovanile in città, abbiamo accordi con squadre che sono diventate accademie AS Roma, alle quali stiamo trasmettendo una metodologia di avendo che abbiamo sviluppato. Detto questo, i giocatori, italiani o stranieri che siano, devono essere bravi”.
Cosa che ben più importa poi è lo stadio (qui il video di presentazione), dove parla anche di date per la prima pietra: “Il nostro progetto non nasce con la presentazione di mercoledì. Ci sono stati due anni di lavoro, c’è stata la scelta di un’area, è un tempo acquisito che non va dimenticato. Tempi ristretti? Sì, ma compatibili con lo scenario normativo. Dobbiamo avere questo spirito, non vorrei alibi legati alle difficoltà della burocrazia. Sappiamo che il tempo minimo sono due anni, vogliamo metterci due anni. Ripeto, noi siamo già partiti, non fosse per la scelta dell’area. Se c’è una preoccupazione per l’acquisizione del terreno? Non abbiamo questa preoccupazione. Ora arriverà la consegna del progetto tecnico. L’obiettivo è scavare sul terreno per dicembre 2014 o gennaio 2015. Lo speriamo, è importante per la città e per il Paese”.
E chiude sulla possibile entrata di Chen Feng: “Anche questo è un argomento mediatico, non reale. Sappiamo che Unicredit ha ricevuto un interesse, lo abbiamo appreso dal socio, ma è un tema che non coinvolge la società ma la proprietà. Come ha detto Pallotta, poi, non c’è una discussione in corso”. Intanto oggi varato l’aumento di Capitale da 100 milioni.
Ma tornando sulla questione stadio, continuano i pareri dopo la presentazione del progetto. A mostrarsi contrario anche Vanna Mannucci, vice-Presidente della sezione Roma di Italia Nostra: “Siamo critici rispetto alla scelta di Tor di Valle come area in cui costruire il nuovo stadio dell’AS Roma – di ce a Radio Roma Capitale – La nuova legge sugli stadi prevede lo snellimento dei passaggi burocratici, ma il superamento dei vincoli idrogeologici presenti in quella zona è una questione ben diversa rispetto allo snellimento burocratico. I vincoli idrogeologici in quell’area fanno capo all’Autorità di Bacino del Tevere e all’ARDIS, e sono dello stesso tipo di quelli che purtroppo saltano fuori ogni volta che ci sono esondazioni e altre situazioni drammatiche a Roma. Chiediamo: chi si prende la responsabilità di superare questi vincoli, solo perché fa comodo piazzare lì lo stadio della Roma?. Ci sono anche altre problematiche nell’area: si parla di vincoli di inedificabilità; inoltre nella zona c’è il depuratore, che impone una fascia di rispetto di 11 ettari. Infine, se parliamo di infrastrutture, attualmente c’è solo la Via del Mare, quindi sarebbero necessarie nuove arterie di collegamento. Ci sembra strano che in tutta Roma non si sia riusciti a individuare un’area che abbia caratteristiche diverse, e che soprattutto sia senza vincoli. Un esempio? La Città dello Sport, già costruita, con infrastrutture pronte, ma attualmente abbandonata. Come Italia Nostra, fummo i primi a parlare di necessità della costruzione di nuovi stadi per Roma e Lazio. L’Olimpico è vecchio e inadeguato, è inserito in una zona che oggi è centrale, non più periferica come negli anni ’50. Quindi non siamo contrari all’edificazione di nuovi stadi, ma chiediamo che tutto avvenga seguendo la strada della legalità e della correttezza, non quella del superamento dei vincoli, che servono a tutelare i cittadini”.
Mentre più positivo l’assessore allo sport Luca Pancalli: “Oggi siamo di fronte a un progetto concreto, bisogna calarlo nella dimensione urbanistica nella quale deve collocarsi, verificarne il carico. Molte competenze sono del collega dell’Urbanistica, ma vediamo, andiamo avanti. Si presenta un progetto, si prova a sognare. Il club si sta mettendo in gioco, e’ chiaro che gli interlocutori istituzionali che devono pronunciarsi sono diversi. Adesso inizia un percorso. Io sono abituato, umanamente, a vedere il bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto”.
Roma, 31 marzo