Vigilia dell’impegno con il Chievo Verona al Bentegodi ma in casa Roma sono altri gli argomenti. Non la rincorsa allo scudetto (ormai andato) o al secondo posto, quanto la Champions, lo stadio e i giocatori. Tante le domande per Rudi Garcia in conferenza stampa, a partire dal rientrante Francesco Totti. E il francese dice la sua: “Se andasse in Brasile sarei felicissimo, per lui, per tutti noi. Adesso conta per me che giochi bene e basta. Poi deciderà Prandelli. Totti sta bene, è tornato in grande forma fisica e mentale, ha sempre tanta voglia di giocare. E’ esemplare. Poi non dico una novità se dico che non può giocare cinque partite in dieci giorni, ma questo non toglie che stia bene e sia in forma”.
Altro tema caldo quello di Adem Ljajic, escluso nelle ultime uscite, quasi una bocciatura. Ma Garcia ferma ogni possibile congettura: “Sta bene, nessun caso, le mie scelte sono sempre valutate attentamente. Tutti con me si sentono importanti perché tutti lo sono. Siamo al’inizio di due settimane con tante partite e tutti sono coinvolti nel progetto”. Mentre intoccabile pare Gervinho: “Quello che conta sono i risultati, le statistiche. Se un giocatore è decisivo o no. Per un attaccante segnare o fare assist o partecipare all’azione vincente. Su questo piano posso dire che bisogna vedere il profilo del giocatore, se ho la fortuna di avere due o tre giocatori dello stesso profilo, che possano saltare l’uomo e dare profondità, o punte centrali, posso fare delle scelte. Quando ho un solo giocatore di quel profilo mi sembra normale, se le cose funzionano bene, andare avanti così. Ma bisogna fare attenzione al lato fisico, cose che si vedono giorno per giorno più che gara per gara. Penso solo a vincere, quello è importante e dopo il Chievo vedremo per la gara in casa col Torino”.
Poi chiarisce meglio su Florenzi e Romagnoli: “Florenzi? Sì, può giocare a centrocampo. È anche una decisione mia, quella di tenerlo fresco fisicamente perché se a centrocampo c’è bisogno è più semplice per lui entrare che giocare dall’inizio a centrocampo. È un parametro che ho preso in esame. Non abbiamo ancora Daniele De Rossi per questa partita, dobbiamo trovare soluzioni, anche se Luca Mazzitelli cresce e penso sia pronto a entrare. Alessio? Quel che conta è quel che sappiamo e pensiamo di sapere su di lui. È un centrale, sicuramente, ma è anche un polivalente, intelligente, ha una maturità per la sua età che è importante. È entrato in modo sereno, ha fatto molto bene in un ruolo dove deve ancora imparare delle cose. È semplice dire che quando gioca lui a sinistra siamo più forti in difesa ma meno in attacco, non è il suo profilo dare qualcosa in più sul piano offensivo, ma guadagniamo qualcosa in più sui colpi di testa”.
Poi torna sull’obiettivo stagionale e sulle insidie che porterà il Napoli, fresco eliminato dall’Europa League: “C’è sempre un lato positivo e uno negativo. Perdere, con la partita di ritorno in casa, non è certo postivo. Poi, di conseguenza, succede che hai meno partite e questo può essere di aiuto. Sono sicuro che andremo direttamente in Champions. Ora però pensiamo al Chievo, saranno tre punti importantissimi”. Mentre glissa su mercato e nuovo stadio: “Non è il momento di parlare di mercato, abbiamo una stagione da finire. Voglio che tutti siano concentrati su questo. Non sento il bisogno di parlare di acquisti o giocatori della Roma che vanno via, per il momento non vedo questa cosa utile. Ci sono tanti buoni giocatori fuori, ma ci sono giocatori buoni alla Roma. Allenare nel nuovo stadio? Lo spero, ma non dipende solo dalla voglia dell’allenatore. Sono uno che ha la valigia sempre pronta, può succedere di tutto. Sto benissimo qui, ma vedremo”.
Roma, 21 marzo