Tasi in ribasso per le prime case: La proposta dell’assessore al Bilancio, Daniela Morgante, punta su un’aliquota bassa per quanto riguarda le prime case al 2 per mille, al di sotto di quello che era stato visto come il limite minimo di partenza, il 2,5. Questa scelta di tutelare i proprietari delle prime abitazioni potrebbe però avere ricadute sull’aliquota delle seconde case, che potrebbe arrivare all’11,4 per mille.
Lo schema dell’assessore al Bilancio però dovrà passare al vaglio della giunta e del consiglio comunale e dovrà incastrarsi con le difficoltà causate da uno squilibrio di bilancio che tra il 2012 e il 2014 vale circa 1,2 miliardi di euro. La Tasi ,tassa sui servizi indivisibili, di fatto ha preso il posto dell’Imu e in parte è dovuta anche dall’affittuario. Qualora passasse la proposta dell’assessore Daniela Morgante, potrebbe esserci una stangata o perlomeno non ci sarà nella misura temuta inizialmente verso le prime case, ma solo sulle seconde.
Per quanto concerne le prime case, per il Comune di Roma, ogni 0,1 per mille di aliquota vale circa 18 milioni di euro. In queste ore sul tavolo dell’assessore e degli altri esponenti della maggioranza, a partire dal presidente della commissione Bilancio, Alfredo Ferrari, stanno girando le simulazioni preparate dagli uffici. Nelle simulazioni spiegano quanto andrà a incidere la Tasi in base all’aliquota applicata e contemporaneamente si studia come si possono recuperare le minori entrate determinate dalla decisione di non applicare l’aliquota massima. Ignazio Marino, sindaco di Roma, ha mantenuto una posizione prudente in merito: “L’aliquota della Tasi è un argomento di dibattito ora come ora non sono nelle condizioni di poter dire se ci sarà o meno, è tutto da valutare e non posso sbilanciarmi, stiamo cercando di valutare tutte le entrate e capire su quali aree si può intervenire nel bilancio 2014”.
Ieri la commissione Bilancio della Camera ha iniziato ad analizzare i 618 emendamenti, 230 solo della Lega, presentati al Decreto enti locali dove è contenuto anche il Salva Roma. L’articolo 16 (Salva Roma) quello che prevede appunto le norme per poter mettere in salvo i conti del Campidoglio è stato oggetto di 143 proposte di modifica, nel contempo i parlamentari leghisti hanno presentato una pioggia di emendamenti per puntare tutto sull’ostruzionismo. Così mentre il Pd propone di allungare a 120 giorni il piano di rientro che il Comune dovrà presentare al Palazzo Chigi, i parlamentari della Lega puntano al ribasso e arrivano a chiederne 40. Nella giornata odierna la commissione valuterà l’ammissibilità dei 618 emendamenti e da lunedì inizieranno a votare.
Roma, 28 marzo