Roma, 15 marzo, 2014 – Matteo Renzi è pronto ad ottenere il sì dell’Europa: “Le mie riforme sono serie, non sono proposte da campagna elettorale”, queste le dichiarazioni dell’ex sindaco di Firenze e attuale Presidente del Consiglio.
Matteo Renzi, quindi, scalda il suo ‘tour’ europeo, tra un talk show e l’altro. Oggi, sabato 15 marzo, sarà infatti a Parigi, mentre lunedi’ 17, a Berlino. Così confermano i lanci delle agenzie, che ci ricordano come il premier abbia già avuto un incontro preliminare con la Merkel in quanto segretario eletto del PD nei giorni scorsi. In quell’occasione, commentò duramente i dettami di Bruxelles dicendo che “l’Italia non accetta dall’Europa di farsi dare i compiti da fare a casa”, pronto a portare avanti il suo “Programma ambizioso”.
Come ha ribadito anche a RaiUno ospite della trasmissione Porta a Porta condotta da Bruno Vespa, dove il premier ha sottolineato che l’Europa deve cambiare e che “l’Italia non e’ sotto osservazione perché rispetterà gli impegni presi con Bruxelles”.
E’ di ieri la visita di Matteo Renzi, dove si è intrattenuto col Presidente Giorgio. L’occasione è servito proprio per preparare il Consiglio europeo della prossima settimana.Il tema principale della discussione ha riguardato anche, ma non solo, il rapporto finanziamenti – Europa – debito.
L’ormai famoso 2,6% del rapporto Deficit – PIL, dell’Italia, una stima questa che, se da un lato dovrebbe essere mantenuta grazie a la garanzia delle risorse, nel senso che “le coperture ci sono”, anche se forse sarebbe stato più logico usare il condizionale.
In effetti, Renzi dovrà anche in Europa puntare su due assi: il timore antieuropeista e il premio ai paesi che divengono virtuosi e fanno riforme strutturali.
Sul primo, spingerà perché le maglie dell’austerity non facciano perdere le elezioni alle famiglie europee tradizionali. Sul secondo, dimostrerà come il suo Governo sia in grado di fare le riforme annunciate, con le ormai famose slide.
In effetti l’entrata ufficiale del PD nel Pse avvenuta il 1 marzo scorso, ha posto fine a quello che in qualche modo era un paradosso all’interno del PD, che apparteneva al ’S&D in quanto gruppo politico ma non al partito. Renzi smussati gli attriti con l’area socialista e meno socialista per allinearsi all’Europa ora aspetta che sia l’Europa a fare il prossimo passo.
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