L’attore americano Mickey Rooney è morto all’età di 93 anni. Gli amanti del cinema lo ricorderanno per il suo viso da eterno ragazzino e per la piccola statura: Don Siegel ne sfruttò alla perfezione la mimica e la corporeità cucendogli su misura il ruolo di Baby Face Nelson nel poliziesco Faccia d’angelo (1953), Blake Edwards lo trasformò nell’antipatico giapponese Yunioshi nella celebre commedia Colazione da Tiffany (1961). La sua carriera è durata ben 91 anni ed è ufficialmente la più lunga nel mondo dello spettacolo. All’età di due anni, nel 1922, calcava già le scene degli spettacoli di vaudeville insieme al padre, mentre il suo debutto sul grande schermo risale al 1926 con la commedia Not to Be Trusted di Tom Buckingham.
Dal 1937 al 1958 ha ricoperto il ruolo del giovane ragazzo ribelle Andy Hardy in una serie di lungometraggi della Metro-Goldwyn-Mayer, vincendo anche un Oscar® giovanile nel 1939. La prima vera nomination alle statuette d’oro è dell’anno successivo, grazie alla sua prova in Ragazzi attori di Busby Berkeley. Candidato altre tre volte, non è mai riuscito a vincere l’ambito riconoscimento, ma nel 1983 l’Academy Awards gli ha reso giustizia assegnandogli il premio alla carriera. Da ricordare anche la sua apparizione nei panni di un coraggioso pilota di elicotteri ne I ponti di Toko-Ri (1954) di Mark Robson e il ruolo del diavoletto Adramelek ne L’arcidiavolo di Ettore Scola, accanto a Vittorio Gassman. Tra le sue interpretazioni più recenti, il guardiano notturno Gus nella commedia di successo Una notte al museo (2006) di Shawn Levy. La sua ultima apparizione sul grande schermo risale al 2012, nel film The Woods di Michael Mandell, inedito in Italia. Oltre a detenere il record di longevità artistica, Rooney condivide con Liz Taylor il primato dei matrimoni: ben otto, tra il 1941 e il 1978.
Roma, 7 aprile