Una domenica, quella di ieri, all’insegna della “riappropriazione delle idee” e contro “la criminalizzazione della cultura” nel parco San Sebastiano, di fronte allo spazio occupato Angelo Mai, sgomberato lo scorso 19 marzo. In un clima da concertone del primo maggio, in tantissimi sono accorsi per ribadire l’importanza della cultura, libera e creata dal basso. A sorpresa ad aprire il concerto, con una certa provocazione, è arrivato Piero Pelù che ha annunciato fra le risate generali “Qui si fa spaccio internazionale di idee socialmente utili. Lo dico a tutti gli agenti in borghese che stanno tra noi. Riferite al Gip”. Ad ascoltare la musica degli Afterhours, di Roberto Angelini e tanti altri, le persone sono arrivate fin dal primo pomeriggio, studenti e attivisti, ma anche mamme con bambini, anziani con il loro sigaro e giornale sotto braccio, a dimostrazione della trasversalità dell’Angelo Mai e dell’affetto di coloro che lo hanno conosciuto nei quasi 10 anni di attività.
L’ obiettivo degli organizzatori è opporsi alla “criminalizzazione degli spazi liberati” del centro sociale, messo sotto sequestro il 19 marzo scorso con le pesanti ( e spropositate) accuse di associazione a delinquere, estorsione e violenza privata. Gli attivisti hanno nuovamente ribadito le loro ragioni: “Le esperienze di autodeterminazione danno vita a nuovi modelli giuridici, producendo partecipazione e cultura. Tutto ciò non può essere compresso nell’asfittica definizione di illegalità”. A favore dei ragazzi e contro lo sgombero dell’Angelo Mai si è espresso anche l’assessore alla Cultura, Flavia Barca, che ha promesso di trovare una soluzione politica nel minor tempo possibile. “Il sequestro dell’Angelo Mai lascia un vuoto nella cultura della città. -ha dichiarato Barca- In questi anni ha intercettato una domanda che nel passato non ha trovato risposta da parte delle istituzioni, garantendo agli artisti spazi di libera creazione e sperimentazione e alle giovani generazioni un punto di incontro e di confronto in un luogo che versava in stato di abbandono. Mi rendo disponibile a dare il mio contributo per trovare una soluzione politica di questa delicata vicenda”.
Roma, 6 aprile