Dopo circa un’ora e mezza, il Tribunale di Sorveglianza di Milano ha dato il suo parere favorevole alla richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali avanzata da Silvio Berlusconi per scontare la pena residua di un anno (tre anni sono stati cancellati dall’indulto) dopo la condanna per frode fiscale nel processo sui diritti Mediaset. Il sì è stato dato dal sostituto procuratore generale, Antonio Lamanna, ma l’ultima parola spetta al Tribunale di Sorveglianza di Milano che depositerà nei prossimi giorni la decisione sull’affidamento in prova ai servizi sociali o gli arresti domiciliari per l’ex Cavaliere.
Intanto impazzano le polemiche politiche. Il capogruppo alla Camera di FI Renato Brunetta paragona Berlusconi ad Aung San Suu Kyi, un “simbolo” che non si può imbavagliare anche se relegato in casa, mentre il consigliere politico Giovanni Toti afferma che “qualsiasi decisione” che impedisca a Berlusconi di fare campagna elettorale “sarebbe una gravissima lesione della vita democratica”. E smentisce a Sky Tg24, “nel modo più assoluto” il passaggio del testimone tra Berlusconi e uno dei suoi figli: “Il nome nel simbolo significa che Berlusconi è e resta il dna stesso di Forza Italia, è un unicum, una simbiosi tra Forza Italia e Berlusconi”. Mentre la deputata del Pd Ileana Argentin, affetta da amiotrofia spinale e attiva nel mondo dell’associazionismo e del volontariato, esprime sdegno per la proposta presentata dai legali di Berlusconi di scontare la pena prestando servizio in un centro per disabili alle porte di Milano: “Nella precedente legislatura ero uno dei deputati di opposizione. Non solo non mi hai mai salutato e neanche guardato in faccia, ma hai fatto tutti i tagli possibili sui capitoli di bilancio della disabilità. Ma non ti vergogni? Quest’uomo pur di avere i servizi sociali che vuole sarebbe disposto per la prima volta ad avere a che fare anche con noi ‘sfigati’ (…). Non sottovaluti le nostre intelligenze, non glielo permetterò mai. Faccia il politico, se crede, ma non usi i disabili per pulirsi la coscienza”.
Ma intanto è lo stesso Berlusconi ad essere pronto a dare battaglia. Mentre l’avvocato ed ex ministro spagnolo Ana Palacio, con le deputate Deborah Bergamini e Elena Centemero sono già a lavoro per un ricorso d’appello alla Corte di Strasburgo, dopo il no alla candidabilità. Infatti c’è bisogno di fare in fretta, visto che le liste vanno presentate entro martedì 15.
Roma, 10 aprile