Il giorno tanto atteso dal tutto il mondo è passato e Roma (ma non solo) non se lo dimenticherà facilmente. Si è celebrata questa mattina la Santa Messa di Canonizzazione dei Beati Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II. Tanti i pellegrini e i fedeli in Piazza San Pietro, circa 800 mila, e 300 mila in altre piazze di Roma che seguono la cerimonia attraverso i maxischermi. La folla si è riunita nelle piazze già da ieri sera. Vengono da tutto il mondo: «ci sono tanti polacchi, ma anche tanti italiani e tante altre persone di altri paesi» afferma il giornalista Gaudenzi. Tante forze dell’ordine e volontari che si trovano ovunque in giro per la Capitale per aiutare i pellegrini.
Presente a questo avvenimento importante anche Benedetto XVI che fa il suo ingresso in piazza e viene accolto con un caloroso applauso. Giovanni XXII e Giovanni Paolo II sono rappresentati su gli arazzi, che sono gli stessi usati per la beatificazione. Il rito di Canonizzazione è stato inserito all’interno della Santa Messa subito dopo il saluto iniziale di Papa Francesco.
Ha inizio la cerimonia. Le reliquie dei nuovi santi vengono portate in processione per poi essere collocate accanto all’altare posto al centro del sagrato. Prima però, vengono portate a Papa Francesco che le bacia in segno di venerazione e poi vengono incensate. Le reliquie consistono in un’ampolla di sangue per quanto riguarda Papa Wojtyla e un piccolo lembo di pelle per quanto riguarda Giovanni XXIII (pelle che è stata prelevata quando c’è stata la sua riesumazione, ndr). Dopo il canto e la processione delle reliquie dei nuovi santi il cardinale Amato, Prefetto della Congregazione dei santi, ringrazia il Papa «ringrazio Vostra Santità per la proclamazione, vi prego di voler disporre che venga redatta la lettera apostolica circa la Canonizzazione avvenuta».
Il tutto si svolge con estremo silenzio da parte della folla e con assoluta concentrazione. Lo conferma il giornalista Filippo Gaudenzi, che dopo essere riuscito a superare la «barriera umana», come definisce la piazza gremita, dichiara ai microfoni del tg1 «la piazza sta vivendo questo momento straordinario con compostezza ed è una prova di una Chiesa viva».
«San Giovanni XXIII e San Giovanni Paolo II hanno avuto il coraggio di toccare le ferite di Gesù, di guardare le sue mani piagate, non hanno avuto vergogna della carne di Cristo, non si sono scandalizzati di lui, della sua croce, non hanno avuto vergogna della carne del fratello perché in ogni persona sofferente vedevano Gesù. Sono stati due uomini coraggiosi e hanno dato testimonianza alla Chiesa e al mondo della volontà di Dio e della sua misericordia. Sono stati sacerdoti, vescovi e papi del XX secolo, ne hanno conosciuto le tragedie, ma non ne sono stati sopraffatti. In loro era più forte Dio, la fede e la sua misericordia. In questi due uomini contemplativi di Cristo e testimoni della sua misericordia dimorava una speranza viva. Hanno collaborato con lo spirito santo per ripristinare e aggiornare la Chiesa secondo la sua fisionomia originaria. Sono proprio i santi che mandano avanti e fanno crescere la Chiesa» questa l’intensa omelia di Papa Francesco. Infine, conclude «mi piace pensare a Giovanni XXIII come “il papa della dolce vita allo spirito santo”, mentre Giovanni Paolo II è “il papa della famiglia” e ci tengo a sottolinearlo proprio perché stiamo vivendo un cammino sinodale sulla famiglia e con la famiglia». Un’omelia, questa, molto forte, che va dritta al cuore, non è una ricostruzione storica, ma proclama la santità.
Giovanni XXIII diventa santo anche in mancanza di quel secondo miracolo che la Chiesa richiede per la canonizzazione, ma nella Positio preparata per la canonizzazione ci sono dieci pagine con tante grazie e guarigioni inspiegabili. Dunque è un santo che diventa santo senza miracolo, ma che fa tanti miracoli. Inoltre, in merito alle polemiche dei giorni scorsi sui pontificati di questi due papi, Andrea Riccardi, storico della Chiesa specifica che «Wojtyla nel settembre 2000 beatificava in questa stessa piazza pio IX e disse che quando la Chiesa beatifica o canonizza un santo non canonizza tutte le sue azioni storiche».
«Era uno di noi» dichiarano commossi i pellegrini della Polonia riferendosi a Wojtyla. Commozione e gioia anche negli occhi di una famiglia italiana, di Bergamo, arrivati a Roma per seguire la cerimonia «Giovanni Paolo II ha portato avanti il lavoro di Giovanni XXIII. È emozionante essere qui, un sogno».
Al termine della Santa Messa, Bergoglio ringrazia le autorità italiane per la preziosa collaborazione, saluta con affetto i pellegrini delle diocesi di Bergamo e Cracovia. È grato a coloro che hanno preparato queste giornate: la diocesi di Roma, il Comune di Roma, il sindaco Ignazio Marino, le forze dell’ordine e i numerosi volontari. Saluta i fedeli presenti in piazza e tutti quelli che si trovano nelle altre piazze di Roma.
Oggi con questa cerimonia straordinaria si apre una pagina nuova. La Chiesa ha dimostrato di essere unita e ne esce sicuramente rafforzata. I fedeli potranno recarsi in preghiera sulle tombe dei due nuovi santi preso la Basilica Vaticana che resterà aperta fino alle 22.
Roma, 27 aprile