Dopo il blitz degli scorsi giorni nella sede dei gruppi consiliari di Via delle Vergini, il movimento per la casa è tornato a prendere pubblicamente parola, non solo sulle recenti mosse degli attivisti, ma in generale sulla politica del governo Renzi. Il pomeriggio di ieri si è aperto con una partecipata assemblea a piazzale Aldo Moro, dove studenti e movimenti si sono riuniti in vista del corteo di sabato. Da lì, intorno alle 17 l’assemblea ha deciso di muoversi su via di Castro Pretorio, per arrivare a replicare l’esperienza della tendopoli dei movimenti a Porta Pia. Il corteo però ha avuto anche il ruolo di prendere nuovamente parola sulle recenti politiche del governo, a partire dal jobs act, accusato di intensificare il precariato invece di risolverlo. Nel merito però, il movimento per il diritto all’abitare si è scagliato contro il piano casa del ministro Lupi, che era nato per mettere un freno all’emergenza abitativa che attanaglia Roma e invece si è trasformato ( a detta degli attivisti) in una mera questione di ordine pubblico, che facilita e incoraggia gli sfratti. Dopo le polemiche bipartisan degli ultimi giorni, il movimento ha anche chiarito le motivazioni che hanno portato all’occupazione delle sedi consiliari in via delle Vergini. «Casa, movimenti in corteo dalla Sapienza a Porta Pia: tendopoli fino a sabato
L’iniziativa di ieri ( occupazione della sede consiliare), nata sulla scia degli sgomberi avvenuti il 7 aprile voleva mettere in evidenza il disagio di chi, impossibilitato a vivere nella crisi, ha deciso di occupare per provare a darsi una prospettiva di vita degna – si legge in una nota diffusa dal movimento per la casa- Gli sgomberi immediati, avvenuti senza alcuna interlocuzione né mediazione politica e in alcuni casi calcando i manganelli, uniti alle dichiarazioni del capogruppo capitolino del Pd, hanno lasciato frustrazione. Per questo ieri intendevamo tenere una conferenza stampa nella sede dei gruppi consiliari, con l’intenzione di spiegare a chi amministra la città che è pericoloso scaricare questioni sociali alla gestione dell’ordine pubblico.
Roma, 10 aprile