Novità sull’ inchiesta che coinvolge Federica Gagliardi, la dama bianca di Silvio Berlusconi, quella che cavalcò la scena dei rotocalchi per un paio di giorni alla fine del giugno 2010, spuntando dal nulla nella delegazione italiana del G8 di Toronto, in Canada. Bionda, giovane, bella la sua presenza in quell’occasione venne giustificata come membro dello staff di Renata Polverini, governatrice del Lazio. La Gagliardi seguì il Premier in tutte le tappe del suo tour dal Brasile a Panama ed è proprio a quell’occasione che risale il suo incontro con Valter Lavitola (vedi la voce procedimenti giudiziari, wikipedia) di cui la Gagliardi affermò, in tempi non sospetti: “Il video l’avete visto tutti, c’era anche Lavitola sull’aereo per Panama. Siamo partiti da San Paolo. Mi è stato presentato ma non ricordo più con quale ruolo, mi scusi ma è passato un anno e mezzo. Il mio giudizio su di lui? Preferisco tenerlo per me”.
E’ notizia di oggi, che le indagini del pm Pierpaolo Filippelli stanno andando avanti con succulenti aggiornamenti e passi avanti. Va fatto un passo indietro però, Federica Gagliardi, attualmente detenuta nel carcere di Civitavecchia, è stata fermata lo scorso 13 marzo all’aeroporto di Fiumicino con 24 panetti di cocaina riposti all’interno della sua valigia. Da quel momento la procura di Napoli sta cercando di verificare se la Dama sia stata contattata dai broker legati al narcotraffico. Nello specifico il procuratore aggiunto Francesco Greco e il pm Pierpaolo Filippelli hanno focalizzato l’attenzione proprio verso quei viaggi a Panama e San Paolo.
Si parla di un giro di droga in grado di coinvolgere Napoli quanto Roma gestito da diverse organizzazioni malavitose. La Gagliardi proveniente, al momento del fattaccio, dall’aeroporto di Caracas avrebbe eluso i controlli grazie alla complicità di vari dipendenti dello scalo internazionale tra cui: un agente della polizia, una funzionaria dell’aeroporto e quattro impiegati di Cafè Olè, tutti arrestati dalla polizia di Caracas con l’accusa di traffico internazionale di stupefacenti.
Secondo quanto ricostruito, oggi, dalla “Dama Bianca” a chiederle di farle da corriere sarebbe stato un broker, dalla faccia pulita conosciuto nella Capitale. L’uomo sarebbe a capo di una fitta rete di insospettabili, in grado fornire le coperture sufficienti per permettere ai corrieri di spostare ingenti carichi di stupefacenti senza correre il minimo rischio. Si spiegherebbe così l’anomalia della vicenda, se non l’incoscienza della donna date le elevate probabilità di essere intercettata ai controlli dell’aeroporto.
Questo il volto “pulito” del narcotraffico internazionale, un sistema capace di rifornire le elitè con la “straordinaria partecipazione” di camorra e malavita romana. Si parlerebbe di una struttura a duplice composizione: da un lato i “broker” bon ton, presentabili, incensurati e insospettabili e dall’altro i gruppi criminali.
Altri dubbi restano ancora sul piatto, ai tempi del G8 sia Lavitola che la Gagliardi vennero imbucati su voli di stato, copertoi dall’immunità diplomatica, Perché? E perché la Gagliardi dichiara: “Stupida a fidarmi. Pagherò perché amica di Berlusconi”? e in ultimo, perché Lavitola, ex giornalista dell’Avanti, risulta titolare di una società specializzata in commercio ittico, pesce surgelato? Cosa celava la pancia dei pesci?
Roma, 5 aprile