Il giallo di Bracciano continua. L’inchiesta sulla morte di Federica Mangiapelo, 16 anni, trovata senza vita il primo novembre 2012 nel lago di Bracciano, riparte da zero. I tre periti nominati a gennaio hanno presentato relazioni divergenti. E mette nero su bianco che la ferita dietro al collo di Federica le è stata procurata da viva. È un vero calvario per i genitori, che dovranno farsi forza perché i nuovi periti hanno espressamente prospettato al giudice per le indagini preliminari di Civitavecchia, Giovanni Giorgianni, che potrebbe essere necessaria la riesumazione del cadavere.
I genitori continuano a puntare il dito, ormai stremati, sull’unico indagato per omicidio volontario, su Marco Di Muro, 23 anni, cameriere di Formello, fidanzato di Federica. Marco geloso, Marco che litigava sempre, Marco che la lasciò sola una notte di freddo e di pioggia, la notte di Halloween del 2012: la trovarono morta all’alba, a faccia in giù nell’acqua del lago di Bracciano, con il busto quasi completamente scoperto, a cinque chilometri da casa, dal centro di Anguillara.
Gli esperti nominati a gennaio hanno presentato relazioni controverse. Due di loro, il cardiologo e il medico legale, con la certezza che a procurare la morte di Federica sia stata solo una forma di miocardite, un’infezione del cuore, la stessa che stroncò il calciatore Morosini, e il terzo, lo pneumologo, che invece indica nell’annegamento la causa della morte e nella miocardite solo una concausa. Il giudice Giorgianni, che già non si era rassegnato all’archiviazione ha quindi nominato un nuovo collegio: ancora un medico legale, uno pneumologo e un cardiologo, tutti del Policlinico Gemelli di Roma, e ha dato loro tempo tre mesi. Ha formalizzato la proroga delle indagini, altrimenti il termine sarebbe scaduto a giugno, e fissato al 18 settembre l’udienza per la discussione della perizia.
L’unico che potrebbe raccontare come andò quella notte resta lui, Marco Di Muro, che tutti questi mesi hanno trasformato in una specie di fantasma. Non ha mai rilasciato interviste, nessuna dichiarazione e soprattutto non ha mai sentito il bisogno di incontrare i genitori di Federica. Intorno a lui solamente bugie: ha sempre sostenuto di non esserci mai arrivato quella notte sul lago, di aver avuto sì una discussione con Federica, ma di averla poi lasciata in paese. E invece nei suoi vestiti venne rintracciata la presenza di diatomee del tipo di quelle del lago di Bracciano. Da non dimenticare poi lo strano bigliettino lasciato la mattina dopo alla madre, Marco che le scrive, sempre a proposito dei vestiti: «A mano o in lavatrice, anche se piove. Basta che li lavi». Perché tutta quella fretta? E poi sempre lui, Marco Di Muro, che ha ripetuto fino alla noia di essere rientrato a casa alle due di quella notte, salvo essere smentito dalla telecamera di un distributore di benzina: alle 2.34 era ancora in giro.
Una verità da scoprire che sembra ancora molto lontana. A distanza di quasi due anni non si sa ancora nulla: misteri, nessuno che parla, periti che non riescono a dare una versione comune sull’accaduto. E intanto due genitori che hanno perso loro figlia e vorrebbero solo un po’ di giustizia.
Roma, 26 aprile