Legge 40 incostituzionale, questo è quanto ha dichiarato la Corte Costituzionale sul divieto di fecondazione eterologa, che non permette il ricorso a un donatore esterno di ovuli o spermatozoi nei casi di infertilità assoluta. Questo divieto negli anni ha spinto molte coppie, costretti da cause come l’infertilità o alcune malattie, ad andare all’estero per avere un figlio, per inseguire un sogno che nel nostro Paese gli veniva negato a causa di un ostacolo, la legge 40, che ha sicuramente portato sofferenza, psichica e fisica, nella vita di chi l’ha vissuta sulla propria pelle e aveva già dei limiti. Questi viaggi però non erano alla portata di tutti e proprio per questo tre coppie hanno deciso di rivolgersi ai tribunali delle proprie città (Firenze, Milano, Catania). Gli avvocati delle coppie hanno così portato la Corte a esprimersi sulla norma simbolo della legge 40, quella del divieto di fecondazione eterologa, ma nel maggio del 2012 gli atti sono stati restituiti ai tribunali perché è emersa la necessità di valutare la questione prendendo in considerazione la sentenza della Corte europea sui diritti dell’uomo sulla stessa tematica.
Dal 2004 tribunali amministrativi regionali, tribunali civili e Corte Costituzionale, si sono pronunciati 30 volte sul testo della legge 40, che approvata fra le polemiche, ha creato spaccature a livello culturale e a livello politico ed è stata smantellata negli anni a colpi di sentenze, che ne hanno modificato o eliminato i paletti previsti. Anche la Corte europea di Strasburgo nel 2012 si è espressa e ha condannato l’Italia per aver violato due norme della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo. Da un lato, infatti, vieta alla coppia fertile ma portatrice di una malattia geneticamente trasmissibile di ricorrere alla diagnosi pre-impianto, mentre dall’altro permette l’aborto terapeutico se il feto è affetto dalla stessa patologia. Una vera e propria incoerenza del nostro sistema. La sentenza definitiva ed esecutiva arriva nel febbraio del 2013: questo dovrebbe portare il Parlamento a prendere dei provvedimenti, ma ciò non accade e si arriva ad un’inadempienza di un anno.
Con la decisione presa dalla Corte sulla legge 40 cade così il divieto di fecondazione assistita eterologa e vengono bocciati anche gli articoli ad essa collegati, che vietavano il disconoscimento della paternità e stabilivano che il donatore non aveva obblighi/diritti nei confronti del bambino. Cade anche l’articolo 12 comma 1 che puniva “chiunque a qualsiasi titolo utilizza a fini procreativi gameti di soggetti estranei alla coppia richiedente” con una sanzione amministrativa da 300mila a 600mila euro.
Il Ministro Lorenzin ha spiegato che introdurre la fecondazione eterologa nel nostro ordinamento è un evento talmente complesso da non poter essere attuato solo attraverso dei decreti. Secondo lei bisogna tener conto di determinati aspetti che non riguardano solo l’aspetto medico, ma anche problematiche come l’anonimato o meno di chi offre i gameti alla coppia e il diritto di chi nasce attraverso queste procedure a conoscere le proprie origini.
Sono intervenuti anche altri politici e ,ovviamente, le opinioni sono divergenti tra loro. Per Paola Binetti, Udc, questo non è altro che un grave attacco alla famiglia; Sel si posiziona sul fronte opposto; Eugenia Roccella, Ncd, afferma che in questo modo si apre una deriva pericolosa che fa cadere il diritto di ogni nato a crescere con i genitori naturali; secondo Sacconi “i costituenti si stanno rivoltando nelle tombe di fronte ad un’interpretazione dei principi costituzionali che conduce a consentire la fecondazione assistita sulla base di un cocktail in laboratorio di elementi genetici originati d più genitori”, mentre dal Pd arrivano commenti positivi, anche se con qualche riserva dato che Spilabotte e Lenzi chiedono un intervento per aggiornare complessivamente la normativa. Con un panorama di idee così diverse, che portano sostanzialmente a modalità d’intervento diverse, risulta difficile anche solo immaginare che il Parlamento si decida e riesca a fare realmente qualcosa.
Reazioni diverse anche per chi non fa parte della politica. Il mondo cattolico è salito subito sulle barricate: Famiglia Cristiana nel sito del giornale ha parlato di fecondazione selvaggia per tutti e di ultima follia italiana. Anche la Pontificia Accademia della vita ha manifestato il proprio sconcerto perché senza questo divieto verranno negati alcuni diritti al nascituro, come la tutela della chiara identità dei genitori. Porre una terza figura fa sorgere una distinzione tra paternità biologica e paternità affettiva/sociale, che porta problemi anche all’interno della coppia. Gianfranco Amato, presidente dei Giuristi per la vita ha espresso la sua preoccupazione dicendo che “questa è l’ultima picconata, probabilmente la più grave, ad una legge che non è più quella che è stata approvata dal Parlamento”. Soddisfatti i legali del procedimento di Firenze, Filomena Gallo e Gianni Baldini, che per primi hanno sollevato perplessità sulla legittimità della normativa sull’eterologa. “La sentenza di oggi, che ha cancellato il divieto di eterologa ha valore di legge e non è oppugnabile. Da oggi non potrà mai più essere emanata dal Parlamento una legge che prevede il divieto di fecondazione di tipo eterologa”. L’avvocato delle coppie di Milano e Catania, Maria Paola Costantini, referente nazionale di Cittadinanzattiva per le politiche della Pma, si è detta molto contenta e ha affermato che con la sentenza della Corte Costituzionale “è ancora più evidente che la Legge 40 fa acqua da tutte le parti e va riscritta. L’oncologo Umberto Veronesi ha detto: ”Oggi, una volta di più, la magistratura ha dimostrato più libertà di pensiero del Parlamento”. “Abbiamo vinto”, si legge sul sito dell’associazione Luca Coscioni che da anni si batte contro la legge 40: “Ora sia i centri pubblici che quelli privati dovranno eseguire tecniche di fecondazione con donazione di ovociti e spermatozoi esterni alla coppia. Come prima del 2004, anno di emanazione della legge 40, sarà lecita l’ovodonazione; mentre qualsiasi uomo fertile potrà donare il proprio seme”.
Ecco cosa resta della legge 40 secondo lo schema dell’associazione Luca Coscioni:
Divieto di produzioni di più di tre embrioni – Rimosso con sentenza della corte costituzionale 151/2009
Obbligo di contemporaneo impianto di tutti gli embrioni prodotti- Rimosso con sentenza della corte
costituzionale 151/2009
Divieto di diagnosi pre-impianto per le sole coppie infertili- Rimosso con sentenza del Tar Lazio 2008
(Linee Guida)
Divieto di accesso alle coppie fertili ma portatrici di patologie genetiche – Sentenza di condanna della Corte EDU 29 agosto 2012 nei confronti d’Italia. Decisione eseguita nell’anno 2013.
Divieto in attesa di udienza in Corte Costituzionale con ordinanze del Tribunale di Roma gennaio e febbraio 2014
Divieto di eterologa – In attesa di udienza in Corte Costituzionale l’8 aprile 2014
Divieto di utilizzo degli embrioni per la ricerca scientifica e revoca del consenso – In attesa di udienza in Corte Costituzionale – Udienza Grande Camera Corte Edu 18 giugno 2014
Divieto di accesso alla fecondazione assistita per single e coppie dello stesso sesso – In vigore
Roma 10 aprile