La linea presa del sindaco Ignazio Marino, in accordo con la segreteria cittadina, pare sia quella di mantenere la delega al bilancio almeno fino alle prossime elezioni europee. Un’ impostazione che si sta scontrando in queste ore con una parte della sua maggioranza, che invece vorrebbe subito una svolta in tal senso. Dunque, la prima casella da riempire, da cui scaturirà tutto il discorso futuro sul rimpasto, è quella del successore della Morgante: come indiziati maggior per la successione sono stati fatti i nomi di Marco Causi e Giovanni Legnini, che però hanno già espresso parere contrario in proposito, comunicandolo ieri mattina a Marino durante l’incontro al ministero.
L’ idea generale è comunque di non operare un rimpasto al ribasso, bensì alzare il livello della squadra, inserendo persone di spessore, degne della Giunta comunale della Capitale. Al momento tuttavia non si vede via d’ uscita, anzi altre cariche ballano pericolosamente: in primis l’ assessore alla cultura Flavia Barca, che però afferma di non essere preoccupata e continuare a lavorare; a rischio anche Luca Pancalli, assessore allo sport, che ha già annunciato l’intenzione di dimettersi qualora i fondi per il suo assessorato venissero ulteriormente ridotti ai minimi termini. Intanto, scalpitano per entrare nella squadra altri due nomi circolati spesso negli ultimi giorni: Mirko Coratti e Fabrizio Panecaldo, rispettivamente alle politiche sociali e alla mobilità.
Nella giornata di ieri pomeriggio ha salutato invece Daniela Morgante. Prima dell’ addio c’è stata una piccola processione alla sua porta: dai capi dipartimento agli uscieri, molte persone sono volute andare a stringerle la mano e a salutarla. Lei, con il più classico dei sorrisi di circostanza, se ne va con un espressione mista fra sollievo e rimpianto, liberata di un peso assai ingombrante ma con la consapevolezza di non aver potuto fare di più, non solo per sue colpe, come ha ricordato con una punta di amarezza andando via . Alla fine, il rapporto di fiducia che aveva con il sindaco si è spezzato. In chiusura ci sono state anche molti colloqui telefonici con i capigruppo, compresi quelli della minoranza, con i quali comunque c’è sempre stato un rapporto di rispetto per tutta la durata del mandato.
Roma, 18 aprile