8 aprile 2014, una data che resterà nella storia dell’informatica. Finisce l’era di Windows Xp. Da oggi Microsoft non supporterà più la versione di Windows di maggior successo. Gli effetti, a detta degli esperti in materia di sicurezza informatica, potrebbero essere apocalittici: questi sistemi potranno, infatti, essere usati per infettare altri sistemi, mettendo a rischio le informazioni sensibili di tutti, come credenziali bancarie, file personali, foto e altro ancora. Decine di milioni di pc in Cina, dove la base installata del vecchio sistema operativo è superiore al 50% del totale, potrebbero trasformarsi in una gigantesca botnet. Infatti, venendo a mancare gli aggiornamenti (le cosiddette “patch”) rilasciati periodicamente, i computer con a bordo Xp diventano un obiettivo appetibile dei cybercriminali.
Anche se Microsoft ha deciso di prolungare fino al luglio 2015 il supporto del programma antivirus Security Essentials, il vecchio software è facilmente esposto agli attacchi malware. E sono tante le categorie a rischio che si trovano nel mirino degli hacker: molte aziende italiane non si sono messe ancora al passo migrando alle nuove versioni del software (Windows 7 e Windows 8). Il problema, dunque, interessa la Pa, le Pmi, le banche e anche gli utenti privati. Sono circa 6 milioni di pc che sono rimasti legati al software obsoleto. Per quanto riguarda le banche, secondo quanto scritto dal recente BloombergBusinessweek, il rischio si aggira sui circa tre milioni degli sportelli bancomat operativi nel mondo. E ancora più vulnerabili saranno i pc in esercizio dentro le banche e le aziende finanziarie e quindi i terminali che gestiscono le transazioni di denaro dei correntisti o le operazioni sui titoli azionari. Si verificherà, perciò, la corsa alla migrazione? No, almeno secondo le informazioni raccolte dal sito finanziario americano, che ipotizzava come il passaggio a Windows 7 interesserà solo il 15% degli sportelli installati negli Usa.
Passare da Windows Xp alla versione più aggiornata, in ogni modo, non è così semplice. È necessario effettuare un’installazione “pulita” da un Dvd di Windows 8.1, il che significa l’impossibilità di mantenere file impostazioni o programmi quando si esegue l’aggiornamento. Se non si vuole formattare il computer è possibile effettuare il backup dei documenti su disco esterno e avviare la procedura di upgrade che sposterà i file personali nella cartella Windows.old. Il prezzo dell’edizione base di Windows 8.1 è 119 euro, quella Pro costa 279,99 euro. Altro discorso, invece, se non si vuole buttare il vecchio computer: in questo caso bisogna verificare la presenza dei requisiti minimi e la loro compatibilità con Windows 8. I parametri da controllare sono: processore, memoria Ram, spazio libero su disco e scheda grafica.
La soluzione, dunque, per garantire la sicurezza di tutti, è migrare al più presto alle ultime versioni di sistemi supportati.
Roma, 8 aprile