Emergenza rifiuti. Roma come Napoli. Tutti ricordano le parole di Marino: “Tra qualche giorno non saprò dove mettere i rifiuti. Due sono le soluzioni: o Roma coperta di rifiuti o conferire in impianti di Cerroni”. La situazione sta diventando davvero insostenibile persino per il primo cittadino. E intanto l’ordinanza provvisoria del sindaco, firmata due mesi fa, che consente di scaricare duemila tonnellate al giorno di rifiuti può essere prorogata. Lo dice il codice dell’Ambiente, ma lo conferma anche un passaggio dell’ordinanza dello stesso Marino che ipotizza un massimo di sei mesi di validità del provvedimento. Malagrotta resta aperta con i suoi due impianti di Tmb. Ieri è stato lui a tornare sull’argomento proprio: “Se potessi sequestrare gli impianti, lo farei”. Anche se in realtà il problema non è il sequestro, ma piuttosto si tratta di siglare un provvedimento che autorizzi l’uso dei Tmb di Cerroni malgrado l’interdittiva della procura della Repubblica.
Marino spera ancora di trovare un accordo con il Ministero dell’Ambiente, Galletti. Anche ieri il sindaco ha insistito sulla richiesta al titolare dell’Ambiente: “Serve un commissario e il ministro mi ha detto di essere possibilista”. Secondo il Comune e la Regione il commissario dovrebbe togliere le castagne dal fuoco e requisire gli impianti. Ma non è così semplice: Galletti, nella sua intervista al Messaggero, è stato chiaro: potrebbe anche essere nominato un commissario, ma solo se Comune e Regione daranno concrete garanzie e spiegheranno cosa intendano fare per uscire dall’emergenza rifiuti.
Dunque la proroga all’uso degli impianti di trattamento di Malagrotta ci sarà, resta solo da capire come si arriverà a questo risultato finale. Il sindaco parla anche di un piano che prevede “un eco distretto e due biodigestori, ma il piano deve essere sviluppato”. Questo è il futuro, non è chiaro quanto prossimo: il presente è l’incertezza dell’uso dei Tmb di Cerroni e lo spreco di soldi rappresentato dal trasferimento in altre regioni dei rifiuti dopo il trattamento. Intanto il Tar sta per decidere se confermare l’interdittiva che impedisce al Comune di avere rapporti con il gruppo travolto da un’inchiesta giudiziaria. Ma Ama porta i rifiuti nei Tmb di Malagrotta e dal 21 febbraio, non paga il servizio. I mancati incassi potrebbero bloccare gli stipendi di chi lavora in quegli impianti e quindi il funzionamento.
Roma, 6 aprile