Una lunga intervista quella del sindaco di Roma Ignazio Marino a Leggo dove il primo cittadino della Capitale parla di tutto, di conti, salari, Metro C, ma anche emergenza abitativa e della recente canonizzazione. Un evento questo superato da Roma, anche se la questione cortei nella Capitale fa discutere: “Roma ha superato la prova dell’invasione di fedeli. Un ottimo lavoro di squadra e una pianificazione partita dalla Via Crucis del 18. La Capitale è stata al centro del mondo e l’intera macchina organizzativa è stata all’altezza della situazione. Ha grandi meriti Maurizio Pucci. Sforzo economico? Assolutamente. Al momento il conto, e parliamo di sette milioni di euro, lo hanno pagato i cittadini di Roma. Questo non è accettabile: nelle grandi capitali, da Parigi a Berlino, non succede. Dico rivolto agli italiani tutti: a Roma, nel solo 2013, ci sono state 1437 manifestazioni che hanno avuto un costo altissimo che non può gravare sulla testa dei romani. Altro che SalvaRoma: noi abbiamo pagato per l’Italia”. E Marino dice la sua sulla soluzione: “Il Governo deve tener conto di questo, Roma non può essere una città come le altre. Chi vuole manifestare, d’altro canto, non lo fa a Brescia o Caltanissetta, ma vuole farlo nella Capitale. Io non sono contrario a ospitare eventi o proteste ma i costi non possono gravare sui miei cittadini. E con Alfano stiamo lavorando al contrasto della violenza che a volte si scatena, che va condannata e prevenuta. Un costo altissimo”. Anche perché i conti di Roma sono pessimi: “Abbiamo ereditato una situazione drammatica. Non mi dispiace che i tecnici del Mef lavorino sui conti con noi. Ad esempio si dovrà capire come mai, nonostante i finanziamenti del Governo, dal 2008 al 2013, il deficit sia aumentato di un miliardo”.
Poi spazio al Bilancio, che dovrebbe essere approvato dopo enormi difficoltà (vedi la polemica con l’assessore Morgante (e il suo addio): “Cosa porterà? Una maggiore equità fiscale. Stiamo lavorando per non gravare sui romani: non aumenteremo l’Irpef, ad esempio. Ma stiamo cercando di reperire risorse in altro modo. Aumenteremo alcune imposte. E poi c’è la tassa di soggiorno, da rapportare alle altre città turistiche europee. Sono letteralmente saltato sulla sedia quando ho scoperto che a Roma un turista che alloggiava in una pensione a una stella pagava 2 euro mentre per un hotel a 5 stelle lusso il prezzo era di 3 euro. Tutto deve avere un rapporto equo. Non credo che i turisti non vengano a Roma perché c’è un surplus di 5 euro. Ci sarà la dismissione di aziende comunali di secondo livello”. Ma prova a smorzare le polemiche: “Senza Daniela Morgante non avremmo chiuso il bilancio preventivo ereditato da Alemanno e non avremmo cambiato verso, per dirla come Renzi, su questo: ma lei metteva in ansia alcuni assessori con la sua grande preparazione e rigore. Ma il rigore, lo dico a tutti, è una visione necessaria. E infatti sarà il primo bilancio con riduzione della spesa corrente”.
Altra questione scottante quella del salario accessorio: “Non vogliamo abolirlo, ma la legge mi impone di chiedere prestazioni extra per avere quei soldi in busta. I sindacati sappiano che un sindaco non può fare cose fuori dalla legge: per avere più soldi si devono accettare orari diversi, turni più larghi”. Poi spazio alla Metro C: “Grazie anche al lavoro intrapreso con il ministro Lupi abbiamo svoltato. Entro quest’estate apriremo la prima tratta fino a piazza Lodi, e nel 2015 si arriva a San Giovanni”. Mentre sull’emergenza abitativa e il caos intorno a Nieri è chiaro: “Non esistono porte aperte all’illegalità in Campidoglio: credo che Nieri abbia agito per evitare situazioni di violenza ben più gravi. A volte si dialoga per placare gli animi. Sugli scontri dei giorni scorsi sono pienamente d’accordo con il ministro Alfano. Non tollererò mai alcun incoraggiamento ad atti illegittimi, ma non è di questo che parliamo. Attualmente abbiamo 100 stabili occupati e per evitare ciò che in bilancio si tornerà a dare impulso all’edilizia sociale”.
Mentre il cruccio vero per il sindaco è uno: “Sembrerà poca cosa, ma non avere l’entrata nei bus dalla porta anteriore per frenare l’evasione dei passeggeri sui mezzi pubblici. Un’altra piaga”.
Roma, 29 aprile