“Istituire a Roma un registro del testamento biologico”, questa la proposta del sindaco Marino. Come in altre città, dove la proposta sul registro per il biotestamento sta prendendo corpo, ecco che anche la Capitale dice la sua su un argomento spinoso, che ancora non ha trovato un giusto riferimento legislativo. La dichiarazione di Marino, a mezzo lettera, ha fatto seguito ad un’assemblea organizzata dai cittadini sull’argomento: “In attesa che il Parlamento riempia questo vuoto – dice il sindaco – Roma vuole fare la sua parte. Mi impegno a sottoporre la vostra proposta all’Assemblea capitolina»
Marino, quindi, lancia una nuova sfida sia per ciò che riguarda il fronte etico, sia per quanto riguarda il diritto, che sicuramente – almeno secondo le sue intenzioni – va modificato in quest’ottica. Il testamento biologico andrebbe a contenere, attestandole, le volontà del malato di acconsentire o meno a determinate cure nel caso questi non possa esprimere direttamente il proprio consenso, come nel caso di malattie o lesioni invalidanti, se non addirittura irreversibili.
Riccardo Magi, dei radicali: “I registri dei testamenti biologici ci sono già in circa 200 città italiane . Abbiamo già un ottimo testo di delibera. Si tratta di quella depositata in Campidoglio nel 2009 da Mina Welby, Beppino Englaro, Carlo Lizzani, Emma Bonino e Marco Pannella, su quel testo come Associazione Coscioni e Radicali italiani raccogliemmo oltre 8 mila firme di romani. L’obiettivo è portarla presto in Aula capitolina ma non sarà per niente facile”.
L’attuale sindaco di Roma aveva già parlato di testamento biologico durante la sua campagna elettorale e, insieme, di unioni civili, con questo ultimo registro che è ancora in attesa di essere discusso in Campidoglio.
“Quella del testamento biologico resta una problematica di grande attualità” esordisce il primo cittadino. “La sua approvazione in Parlamento rappresenterebbe un passo avanti molto rilevante per il nostro Paese. In attesa Roma vuole fare la sua parte e consentire ai suoi cittadini di depositare presso tutti gli uffici decentrati le proprie volontà”.
Un registro del genere, tra l’altro, esiste già nell’VIII Municipio, già da alcuni anni, ma i pareri sull’argomento, anche all’interno della maggioranza, sono diversi in Campidoglio: “Io sono d’accordo con l’iniziativa in quanto pungolo al legislatore nazionale – dice il capogruppo del Pd Francesco D’Ausilio – tuttavia temo che le implicazioni dei registri dei testamenti biologici locali non abbiano fondamento giuridico. Serve una legge nazionle”.
Ancora Magi: «Non c’è bisogno di legge nazionale per regolare la materia. La stessa cosa che si può fare oggi andando dal notaio, lo fa il Comune”.
“Marino si conferma il sindaco più astratto della storia di Roma – dice critico dall’opposizione, l’ex assessore alla Famiglia nella giunta Alemanno Gianluigi De Palo “entra in un argomento di competenza nazionale buttando fumo negli occhi”.
Roma, 7 aprile