La mostra dedicata all’imperatore romano Adriano e al suo rapporto con la Grecia, in particolare con Atene, è finalmente aperta al pubblico. Oltre 50 capolavori, mai giunti in Italia prima d’ora, verranno esposti dal 9 aprile al 2 novembre a Tivoli, negli spazi dell’Antiquarium del Canopo di Villa Adriana.
La rassegna è stata realizzata in corrispondenza con i semestri della presidenza europea ricoperti nel 2014 da Grecia e Italia; sono stati permessi prestiti eccezionali dai musei di Atene, Loukou, Maratona, Pireo e Corinto, che ci regaleranno per un po’ reperti davvero unici.
La mostra, dal titolo “Adriano e la Grecia. Villa Adriana tra classicità ed ellenismo”, è stata curata da Elena Calandra e Benedetta Adembri. L’obiettivo principale è quello di illustrare, senza mezzi termini e attraverso le meraviglie della dimora storica alle porte di Roma, quella che fu la costante e proficua relazione politica e culturale dell’imperatore con Atene.
“Lì Adriano studia e da adulto vi torna per lunghi soggiorni – dichiara Calandra – prima ancora della corona imperiale diventa arconte e ad Atene fissa quindi la propria sede, negli ultimi sei anni di vita, facendone una sorta di capitale e base per i viaggi in Oriente”.
Adriano risulta essere così una importantissima figura, anche in Grecia, un grande uomo e un grande imperatore, che amò la città greca con tutto se stesso e la abbellì con capolavori architettonici di grande valore, come l’Arco di Adriano, la Biblioteca, L’Acquedotto. La mostra, non a caso, si avvale della collaborazione della Scuola Archeologica Italiana di Atene e la Direzione Musei, Mostre e Programmi Educativi del Ministero della Cultura e dello Sport della Grecia, che ha portato a Tivoli opere di primaria importanza, da affiancare a quelle custodite a Villa Adriana.
Il sito archeologico, diventato patrimonio dell’Unesco, con i suoi 40 ettari visitabili (mentre l’intera area raggiunge i 120), fa trasparire il legame profondo dell’imperatore romano sia con la classicità dell’età periclea, sia con l’ellenismo; tutto ciò si evince dalla struttura, dalle decorazioni e dal paesaggio sublime che ci regala l’intera area.
Grazie ad iniziative proprio come queste, ha affermato il direttore regionale dei Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio, Federica Galloni, si cerca di far conoscere ed apprezzare, anche all’estero, territori e beni che spesso rimangono nell’ombra. Si attende con speranza che venga rinnovato il rapporto con la nuova amministrazione regionale, per mettere a sistema l’area archeologica con un’offerta appropriata capace di attrarre nuovi fruitori e visitatori, e reperire così risorse non solo finalizzate alla mera sopravvivenza o alle emergenze.
Tutto il percorso espositivo documenta splendidamente l’idea di ellenicità radicata in Adriano e la dimora lo dimostra chiaramente: la Piazza d’Oro di Villa Adriana riprende infatti la planimetria della Biblioteca costruita nella capitale greca; le Cariatidi copiano quelle dell’Eretteo dell’Acropoli e infine i tipi statuari del Canopo rappresentano rimandi all’arte del V secolo. Tra le opere arrivate dalla Grecia figurano la Cariatide di Corinto; da Atene, la testa colossale di Adriano; busti di filosofi; la testa di Erode Attico (retore e ricco proprietario terriero, amico dell’imperatore); ritratti femminili; il bellissimo Antinoo, da Patrasso.
Roma, 9 aprile