Ha solo 9 mesi il bambino accusato di omicidio. È stato fermato dalla polizia in Pakistan. Lo strano caso, che ha coinvolto il piccolo Muhammad Mosa Khan, è avvenuto nella città di Lahore, nel nord del Paese. Tutto è cominciato lo scorso febbraio, quando la polizia pachistana ha fermato un gruppo di persone, tra cui la famiglia di Muhammad, colpevoli, secondo la versione ufficiale, di aver attaccato gli agenti con lanci di pietre. Alla base della rivolta ci sarebbero alcune perquisizioni della polizia pachistana che sarebbe intervenuta dopo che la famiglia di Muhammad e gli altri non avrebbero pagato la corrente elettrica. Questi, invece, sostengono di non averne mai potuto usufruire e quindi considerano illegittima la richiesta di pagamento.
L’ispettore di polizia Kashif Ahmed ha così deciso di arrestare i ribelli, tra cui anche il piccolo Muhammad, capace, secondo l’accusa, di tirare pietre in grado di uccidere, nonostante la tenerissima età. “Ma se non sa neanche tenere in mano il biberon!”, ha ribattuto il padre alla Reuters. Il bambino è stato portato in caserma e addirittura sottoposto alla rilevazione delle impronte digitali mentre piangeva a dirotto.
È stato rilasciato ieri su cauzione, ma dovrà ripresentarsi in tribunale il prossimo 12 aprile, decisione automatica per il tribunale. L’assurdità del caso è stata riconosciuta dai giudici, ma tecnicamente non possono archiviarlo fino a quando la polizia non farà formalmente lo stesso. Nel frattempo, però, l’ispettore di polizia, responsabile dell’arresto del piccolo Muhammad, è stato sospeso dal suo incarico, poiché teoricamente la responsabilità penale in Pakistan si applica solo dai dodici anni in su. Il primo ministro del Punjab (di cui Lahore è capitale) Muhammad Shahbaz Sharif, inoltre, ha annunciato ulteriori azioni disciplinari contro i poliziotti responsabili.
Roma, 7 aprile