Un “umile servitore”. Così Papa Francesco questo pomeriggio è voluto essere durante la sua visita nel centro «Santa Maria della Provvidenza» della Fondazione Don Gnocchi, struttura di eccellenza della riabilitazione per tanti disabili e anziani affetti da gravi patologie invalidanti. Con i bisognosi ha voluto condividere il Giovedì Santo, essere tra i più deboli, per un gesto altamente simbolico dell’amore cristiano come quello della lavanda dei piedi.
Migliaia le persone ad attenderlo sia nel piazzale antistante sia dentro la chiesa, dove si è intrattenuto a salutare e benedire i disabili e i loro familiari, ma anche con operatori, medici e volontari. “L’eredità che Gesù ci lascia è quella di essere servitori gli uni degli altri”, ha detto il Papa nelle breve omelia pronunciata “a braccio”. Quello dell’ultima cena, in cui ha istituito l’eucaristia, ha spiegato,”è un gesto di congedo: è come l’eredità che ci lascia. Lui è Dio e si è fatto servo. Si è fatto servitore nostro e questa è la sua eredità. Anche voi dovete essere servitori gli uni degli altri”. E anche quello del lavare i piedi “è un gesto simbolico: lo facevano gli schiavi, i servi ai commensali che venivano a pranzo o a cena”. E Gesù, ha proseguito, “fa un gesto, un lavoro, un servizio di schiavo, di servo. E questo lo lascia come eredità a noi. Noi dobbiamo essere servitori gli uni degli altri. Adesso io farò questo gesto: ma tutti noi, nel cuore nostro, pensiamo agli altri, pensiamo all’amore che Gesù ci dice che dobbiamo avere per gli altri. E pensiamo anche come possiamo servire meglio le altre persone”. Poi il congedo ma ancora parole tenere e di speranza per coloro che erano lì: “Vi ringrazio per la vostra accoglienza, ringrazio la vostra forza di volontà, la vostra pazienza, la vostra fede, la testimonianza della vostra speranza. Che il Signore risorto vi visiti, vi consoli e sia in mezzo a tutti voi. Questo è il mio desiderio per la santa Pasqua”.
E domani altra giornata intensa per il Papa, atteso dalla celebrazione della Passione in basilica e dalla tradizionale Via Crucis serale al Colosseo: e, secondo indiscrezioni, sono attesi riferimenti alle esclusioni sociali, stavolta quelle dettate dalla crisi e dalla disoccupazione, ma anche dal disagio e dai conflitti.
Roma, 17 aprile