Marco Pannella interrompe lo sciopero della sete dopo aver ricevuto una telefonata da Papa Francesco. Il leader radicale decide, così, di interrompere lo sciopero della sete, seppur temporaneamente, che ha continuato per chiedere il miglioramento delle condizioni dei detenuti nelle carceri italiane, nonostante l’intervento di pochi giorni fa all’aorta addominale. La telefonata è durata più di venti minuti.
Dopo i saluti, il Pontefice si è informato delle condizioni di salute di Pannella, chiedendogli se corrispondeva al vero quanto letto sui giornali circa la sua intenzione di riprendere subito lo sciopero della fame e della sete. «È così» ha confermato il leader radicale, spiegando che solo in questo modo riesce a tenere alta l’attenzione dei media sulla sua denuncia contro le condizioni disumane dei detenuti italiani. Anche a costo di mettere a repentaglio la sua salute, già debilitata a causa dell’intervento. Dopo uno scambio di opinioni, il leader radicale ha deciso di dar retta al Papa, almeno in parte, ha riferito che ha «accettato per riconoscenza verso di lui di bere una tazza di caffè. Per il resto, continuerò lo sciopero della sete e il Satyagraha (un tipo di lotta non violenta, ndr), accettando però di sottopormi a due trasfusioni di sangue nei prossimi giorni, secondo la prescrizione dei medici».
Si è parlato di amnistia durante la telefonata con il Papa? «Non posso dire di sì ma neanche di no» afferma Pannella, al telefono con l’Adnkronos. Secondo quanto riferisce Radio Radicale, il Papa avrebbe detto a Pannella: «Ma sia coraggioso, eh! Anche io l’aiuterò a lei contro questa ingiustizia. Io ne parlerò di questo problema, ne parlerò dei carcerati». E il leader radicale: «Si Santità! C’è una parola chiave…!»
Pannella aveva lanciato un appello a Papa Francesco affinchè chiedesse subito amnistia e indulto come fece Wojtyla. Sino a questo momento Bergoglio non ha usato esplicitamente queste parole, ma sin dalla sua elezione, ha mostrato grande vicinanza ai detenuti. Nel marzo 2013, per esempio fece scalpore la sua visita al carcere minorile di Casal del Marmo, dove lavò i piedi a dodici giovani detenuti, tra cui due ragazze. Lo scorso ottobre, invece, durante un incontro con 150 cappellani delle carceri disse che «anche Gesù è stato un carcerato». E infine, la telefonata al leader radicale; questa è una conferma che il Papa argentino segue con molta attenzione il dibattito suscitato da Pannella e apprezza la sua battaglia.
Roma, 26 aprile