Ieri, circa duecento attivisti, appartenenti ad oltre settanta organizzazioni sociali romane, sono entrati nel palazzo nobiliare di via del Governo Vecchio 39, storica sede della Casa delle donne, occupandola. L’iniziativa di politica cittadina ha voluto sottolineare l’importanza del riutilizzo a scopo sociale del patrimonio immobiliare, sopratutto per quanto riguarda palazzi pubblici come questo, attualmente di proprietà della Regione Lazio.
Nel pomeriggio, in Campidogli,o sono state consegnate quattro delibere di iniziativa popolare, redatte attraverso un processo di partecipazione collettiva della cittadinanza. Esse riguardano, oltre al riutilizzo “a fini sociali” del patrimonio e “il blocco delle speculazioni edilizie già programmate o in via di programmazione dall’amministrazione”, anche la ripubblicizzazione di ACEA ATO 2 S.p.A., l’azienda che gestisce il servizio idrico nella Provincia di Roma; la modifica del Patto di Stabilità interno; l’introduzione di altre misure di finanza pubblica e sociale che contristano gli effetti che la crisi economico-finanziaria ha provocato fra la popolazione; infine il diritto allo studio, quindi la chiusura dei finanziamenti alle scuole private. L’inizio della raccolta firme avverrà nella data simbolica del 25 aprile, giorno della liberazione d’Italia dal regime fascista, in coincidenza con il tradizionale corteo dell’ ANPI. Ad appoggiare l’iniziativa anche il gruppo capitolino di Sinistra e Libertà in Campidoglio: “delibere come questa rappresentano un contributo fondamentale, siamo dunque pronti a sostenerle e a favorirne l’iter di approvazione in Assemblea capitolina”. Queste le parole di Gianluca Peciola, capogruppo Sel in Campidoglio. Proposte nate “dal basso”, frutto unicamente dell’ attivazione di un gruppo di cittadini, da tenere a monito per tutti.
Roma, 23 Aprile