Almeno 37 morti, più di 550 feriti da arma da fuoco o per i proiettili di gomma, 2157 arrestati di cui solo una sessantina rilasciati senza alcuna conseguenza. Il rapporto di Amnesty International datato 27 marzo a due mesi dall’inizio delle proteste in Venezuela – scaturite dal tentativo di violenza su una studentessa universitaria – lascia più di una preoccupazione sulle sorti della Repubblica Bolivariana. “Il Paese corre il rischio di precipitare in una spirale di violenza se non verranno fatti sforzi per portare le parti in conflitto intorno ad un tavolo”, lancia l’allarme Erika Guevara Rosas, direttrice per le Americhe dell’ong.
Emergono anche diverse denunce di tortura che i manifestanti avrebbero subito dalla Guardia Nazionale Bolivariana, la Guardia del Popolo e da Sebin, l’agenzia di servizi segreti governativa. Ed il malcontento sembra destinato a crescere, in virtù di una situazione economica emergenziale. Per colpa della svalutazione del bolivar i beni primari scarseggiano ed il loro costo è quasi triplicato, si prevede un utilizzo a breve di speciali carte per il razionamento.
E la crisi precipita anche dal punto di vista politico: alla deputata dell’opposizione radicale antichavista Maria Corina Machado è stato impedito l’ingresso nel Parlamento, le proteste fuori dalla sede istituzionale hanno aggiunto nuovi arresti e feriti all’elenco di Amnesty International, in costante aggiornamento. Destituita dal ruolo di onorevole per violazioni della Costituzione, la Machado annuncia che non farà mancare il proprio dissenso “fino a quando non saranno conquistate democrazia e libertà”. Diversa ad esempio la strategia del principale rivale del presidente Maduro, lo sconfitto dell’ultima tornata elettorale Capriles, più defilato dagli scontri di piazza per puntare ad accogliere i delusi dall’erede del caudillo Chavez.
“Il governo e l’opposizione devono risolvere la crisi politica con metodi pacifici”, commenta la Guevara Rosas, “facendo capire ai loro sostenitori che la violenza e la retorica conflittuale non saranno tollerate. La comunità internazionale deve favorire l’avvio di un dialogo costruttivo”. Per quanto riguarda la violazione dei diritti umani, la Guevara Rosas assicura che “i responsabili saranno portati di fronte alla giustizia”, in modo da non pregiudicare “i progressi compiuti negli ultimi anni”. La richiesta al governo venezuelano è la realizzazione di un Piano Nazionale che parta dal contributo di tutte le parti della società civile.
Roma, 2 aprile
Venezuela: torture e violazione dei diritti umani | ITMTelevision
6 Maggio 2014 @ 17:37
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