Il premier Matteo Renzi, in conferenza stampa dal Vinitaly, il salone del vino che si tiene a Verona, ha annunciato che il Pd “avrà per le candidature europee cinque donne alla guida delle liste nelle cinque circoscrizioni”, aggiungendo che questa è la miglior risposta da dare a chi l’ha accusato di essere poco sensibile sul tema della presenza femminile.
Per le candidature europee i nomi più quotati sono quelli di Alessandra Moretti (deputata alla prima legislatura, 41anni, avvocato esperto di diritto di famiglia. È stata la portavoce di Bersani nelle primarie del 2012 vinte contro Renzi. È stata anche vicesindaco di Vicenza) per il Nord Est, Alessia Mosca (39 anni, è alla sua seconda legislatura, si occupa di temi riguardanti Europa e lavoro. Lettiana di ferro, è stata ricercatrice all’Arel, il centro studi guidato proprio da Enrico Letta e ha fatto parte della segreteria tecnica dell’ex premier quando quest’ultimo fu sottosegretario durante il governo Prodi) per il Nord Ovest, Simona Bonafé (41 anni, renziana doc, è deputata dal 2013. È stata la coordinatrice della campagna di Renzi per le primarie del 2012 perse contro Bersani. Precedentemente è stata assessore al comune di Scandicci) per il Centro, Pina Picierno (33 anni, già capolista alle elezioni politiche del 2008 quando la scelse Veltroni, allora segretario. Nella segreteria di Renzi è responsabile legalità. È vicina alla corrente Areadem) per il Sud e Giusi Nicolini (53 anni, nel 2012 è stata eletta sindaco di Lampedusa, è esponente di Legambiente) o Caterina Chinnici (60 anni magistrato minorile,figlia del procuratore capo di Palermo ucciso dalla mafia le 1983). È stata assessore della giunta Lombardo dal 2009 al 2012, poi è stata a capo del Dipartimento di giustizia minorile del ministero della Giustizia) per le isole. Tuttavia queste candidature, nonostante rappresentino la maggior parte delle aree del Pd, non avrebbero fermato il malessere che si respira nel partito.
Nel frattempo, proprio oggi, la Camera ha votato l’approvazione del provvedimento sull’equilibrio di genere alle elezioni del Parlamento europeo a partire dal 2019; 338 si, 104 no e 29 astenuti. Per le elezioni di maggio verrà invece applicata una norma transitoria: nel caso di tre preferenze espresse, queste devono riferirsi a candidati di sesso diverso, altrimenti la terza verrà annullata.
Roma 9 aprile