Chiunque provi a fare una passeggiata all’interno delle Mura Aureliane, potrà accorgersi di quanto Roma, complice il ponte pasquale, quello del 25 aprile, le due canonizzazioni e il ponte del primo maggio, brulichi di turisti. Alberghi da sold out, e stanze affittate a 350 euro per una notte.
Ma Roma è pronta a questo enorme flusso di turisti? Sabato, domenica ed oggi, ho percorso il tragiggo Eur-Colosseo, per seguire il flusso di alcuni turisti stranieri. Con i mezzi pubblici.
Partiamo dal capolinea della Metro B in cui nessun cartello, sino a questa mattina almeno, annuncia della chiusura di Via dei Fori Imperiali e del blocco degli autobus all’esterno della Metro B Colosseo.
Tuttavia, saliti sulla metro, ad altezza stazione di Piramide, un messaggio, diffuso dagli altoparlanti a bordo del treno (in quelli che funzionano ovviamente perchè in taluni vagoni si sente solo un innocuo gracchiare) “ricorda a tutti i viaggiatori che a causa della chiusura dei Fori Imperiali i bus non transitano in quell’area” ed invita i passeggeri a scendere a Circo Massimo e a servirsi degli autobus che transitano “nei pressi”. Sui mezzi di cui mi sono servito, l’annuncio era solo in italiano. Ma l’indeterminatezza dell’avverbio non chiarisce nei fatti, ai non romani, di quali linee di autobus servirsi e soprattutto dove sono situate le pensiline di quei mezzi che, evitando i Fori, giungono nell’area del Tridente.
Il risultato è che tanti mezzi, grazie alla buona volontà degli autisti Atac e dei cittadini, restano fermi oltre il necessario alle pensiline, prese d’assalto da turisti che, risolto il dubbio dell’avverbio “nei pressi”, trovano la pensilina ma non sanno dove siano diretti gli autobus, visto che non ne è indicato il percorso, essendo le deviazioni, soltanto temporanee.
Per quelli che non hanno compreso il messaggio dato nel treno, giungono alla fermata di Colosseo e restano lunghissimi minuti alla pensilina di fronte al Colosseo in attesa degli autobus che non transitano in quell’area.
Sull’85 , altezza Circo Massimo, una coppia di anziani turisti inglesi, cui ho personalmente prestato assistenza perchè avrebbero voluto recarsi al Pantheon, erano esterrefatti per la mancanza di informazioni sulle deviazioni. E mi chiedevano di spiegargli come mai in una città a così forte vocazione turistica manchi del personale che si sappia esprimere in inglese per prestare assistenza a chi non parla italiano.
L’Atac in realtà attraverso i social network da giorni tiene informati i cittadini, come sempre del resto, sull’andamento del trasporto pubblico dando conto delle deviazioni, il problema è che non tutti i turisti hanno la possibilità di accedere alla rete per poter ottenere un feedback alle loro richieste. La presenza di punti di informazione fissi, alle stazioni forse potrebbe supplire a queste deficienze, in vista soprattutto di una settimana con record di presenze per la Capitale.
Roma, 22 aprile