A Roma il tema dell’asfalto è caldo come la temperatura che assume in estate. Chiunque si trovi al volante di auto o scooter affronta quotidianamente, cercando di schivarle, decine di buche prodotte da rattoppi al fondo stradale, che non hanno svolto la loro funzione fino in fondo. In parole povere l’asfalto posticcio fa poco o nulla. Proprio nella Capitale, tuttavia, presto si sperimenterà, primo esempio in Italia, l’asfalto green. Asfalto cioè a basso impatto ambientale, prodotto da pneumatici usati (Pfu).
“La materia prima sono le vecchie gomme di auto”, spiega Daniele Fornai, responsabile sviluppi e impieghi di Ecopneus, il consorzio che gestisce la raccolta, a La Stampa, il trattamento e il recupero dei Pfu. “I pneumatici vengono frantumati per ottenere il cosiddetto polverino di gomma. Quest’ultimo viene poi mischiato con inerti e successivamente impastato con uno speciale bitume dalle alte performance”. Il vantaggio è doppio. Da un lato, come sottolinea Stefano Ciafani, vicepresidente di Legambiente, “si incentiva il riciclo di Pfu e si riduce la dipendenza da fonti fossili”. Dall’altro si migliora la qualità e la sicurezza delle strade.
Il quartiere prototipo, scelto a Roma, sarà quello di Torpignattara, candidato ideale sia per la densità abitativa che per l’elevato traffico veicolare. Non solo, come spiega Paolo Masini, Assessore ai Lavori pubblici e alle Periferie, “Noi pensiamo che l’innovazione debba partire dalle periferie”. I vantaggi in termini economici non derivano tanto dal costo dell’asfalto che dovrebbe essere più caro di un 25% rispetto a quello tradizionale, ma dall’abbattimento delle spese di manutenzione per il manto, che, secondo quanto spiegano gli esperti, verrà notevolmente ridotta per la maggiore qualità dell’asfalto green e la miglior resa.
Roma, 11 aprile