Violenta scossa di terremoto in Cile nella notte del 1 aprile, intorno alle 21. Il sisma, che ha raggiunto una magnitudo di 8.2 è stato registrato a 95 km da Iquique, precisamente alle 20.46, ora locale, con un epicentro situato a 20 km di profondità. Un evento che nel Paese riporta alla mente quello del 2010; in quel caso è stata registrata una magnitudo di 8.8, che ha provocato 526 morti e venticinque dispersi, otre alla distruzione di numerose abitazioni e edifici.
La presidente cilena, Michelle Bachelet, ha dichiarato lo stato di calamità naturale per le regioni settentrionali d’Arica, Parinacota e Tarapacan (al confine con il Perù). Scattata immediatamente l’allerta tsumani, dal Pacific Tsunami Warning Center, in conseguenza alle prime onde, di due metri, abbattute sulle spiagge. L’evacuazione richiesta dalle autorità dovrebbe riguardare tutta la popolazione che vive lungo 4000 miglia di costa del Centro e sud America.
Finora sono state registrate cinque vittime, quattro uomini e una donna, colpiti da infarti o schiacciati dai crolli, e decine di feriti. I danni alle abitazioni sono numerosi, inoltre migliaia di persone sono rimaste senza corrente elettrica. Circa 300 detenute, approfittando della confusione, sono riuscite a evadere dal carcere femminile di Iquique. Smentite le voci su presunti saccheggi avvenuti a seguito delle scosse. “Il Cile ha affrontato bene questa prima fase dell’emergenza”, ha detto la presidente, informando che oggi si recherà nelle zone colpite dal disastro.
Roma, 2 aprile