Sì ai matrimoni gay, lo chiede al ministro dell’Interno il sindaco di Latina, Giovanni di Giorgi con una mozione approvata a maggioranza, 14 su 17. L’intento del sindaco della cittadina laziale, iscritto a Fratelli d’Italia, è quello di trascrivere nel registro del comune il matrimonio di due uomini celebrato in Olanda.
Antonio Garullo e Mario Ottocento, insieme dal 1995, si sono sposati nel 2002 all’Aja e nel 2004 hanno chiesto che la loro unione fosse riconosciuta anche presso l’amministrazione di Latina. Ma il Viminale ha detto di no perché, per l’articolo 18 del decreto del Presidente della Repubblica 396/2000, non è ammesso un matrimonio tra due soggetti dello stesso sesso.
Quando due anni fa la Cassazione ha negato l’argomentazione dell’articolo 18, i due si sono rivolti alla Corte Europea dei diritti dell’uomo. E ora, dopo l’approvazione della mozione da parte del Consiglio Comunale, i due sposi dichiarano: «Qui è stata scritta una pagina significativa per i diritti» e mandano un messaggio a Renzi: «bisogna avere il coraggio di vedere la società per quello che è oggi e rendersi conto che le persone soffrono in mancanza di diritti».
Ribadisce Di Giorgi, che non capisce perché la notizia abbia destato così tanto scalpore: «è una questione di diritti, non di colore politico. Io sono per il matrimonio tra un uomo e una donna ma è vero che, sul piano dei diritti, Latina oggi dà una lezione di civiltà a tutti».
19 aprile 2014