Proseguono le indagini della procura di Roma per fare chiarezza sulla morte della piccola Giovanna, la bimba di 10 anni deceduta nella sala operatoria della clinica privata Villa Mafalda durante un intervento all’orecchio destro. I magistrati stanno mettendo al vaglio ogni ipotesi e indagano scrupolosamente su ogni indagato. Infatti, il pm Mario Ardigò, che procede per omicidio colposo e ha iscritto sul registro degli indagati nove persone, tra medici, chirurghi e infermieri che ebbero in cura la piccola, ha chiesto l’intervento di due nuovi consulenti, un otorino e un tossicologo, che dovranno stilare una relazione sul decesso da integrare alla perizia medico legale, che verrà redatta dal dottor Luigi Cipolloni.
Due le ipotesi ancora aperte: la bambina potrebbe essere deceduta per una tragica fatalità, come continuano a sostenere dalle corsie di Villa Mafalda; ma gli inquirenti non escludono la possibilità che durante l’intervento qualcuno abbia commesso un errore e che le conseguenze siano state fatali per la piccola. In effetti, dai primi accertamenti autoptici sarebbe emerso un dato rilevante: la ragazzina avrebbe avuto un livello molto basso di emoglobina. Si tratta di un dettaglio che farebbe pesare all’eventualità che Giovanna sia stata colpita da un’emorragia. Proprio mentre la bimba era sotto i ferri, inoltre, dalla sala operatoria di Villa Mafalda sarebbe partita un’emergenza trasfusione. Lo testimonierebbe un fax inoltrato al policlinico Umberto I, per richiedere alcune sacche di sangue. Tutti elementi, questi, che porterebbero ad avvalorare la tesi dell’emorragia, ma questa è stata categoricamente smentita dalla direzione ospedaliera della clinica, che ha anche precisato che il sangue serviva per un altro caso e non era poi stato utilizzato. A confermare quanto affermato dalla direzione ospedaliera sarebbe altresì la mancanza della prova documentale dell’avvenuta emorragia: non è stata trovata nessuna traccia del sangue perso da Giovanna.
Nei giorni scorsi sono state ascoltate le testimonianze di alcuni operatori in servizio presso la clinica, addetti a disinfettare le sale operatorie dopo gli interventi: avrebbero raccontato di aver trovato la sala in cui era stata operata la bimba perfettamente pulita e ordinata, ancor prima del loro intervento. I magistrati, comunque, proseguono con gli accertamenti, e stanno ascoltando tutto il personale presente a Villa Mafalda il giorno del decesso. A quanto sembra, gli indagati interrogati finora si sarebbero avvalsi della facoltà di non rispondere, fatta eccezione per il chirurgo che operò Giovanna, difeso dall’avvocato Giovanni Tedesco. Il medico ha raccontato la sua versione dei fatti, spiegando che la morte della bimba non è stata causata da un errore sanitario, ma da un improvviso problema al cuore.
Roma, 12 aprile