Zucchero incanta i 5mila del pubblico presenti al Madison Square Garden. Sala piena, pubblico caldo che si fa sentire, molti italiani, ma anche molti americani. Senza contare che Zucchero non è la sola stella a cantare sul palco, infatti molte altre hanno accompagnato il bluesman di Roncocesi nel corso della serata, che sicuramente sarà una di quelle da ricordare.
Presente un po’ d’Italia con Elisa, Fiorella Mannoia e Jovanotti,arrivati a New York proprio per Zucchero. Tra gli ospiti internazionali Sting, Sam Moore, istituzione della Back music, il vocalist dei Mana Fher e l’Harlem gospel choir. Tra gli assenti Nile Rodgers, frontman e chitarrista degli Chic, che ha dato forfait all’ultimo.
Zucchero fa festa per quasi tre ore, inizia in versione acustica, seduto su un sedia e canta la canzone che parla della sua terra, Il suono della domenica; poi le luci si accendono sulla band e iniziano i suoi cavalli di battaglia: Bacco perbacco, Vedo nero e canzoni inglesi come Love is all around, Never is a moment, Like the sun e God bless the child. La prima che accompagna Zucchero sul palco è Elisa che canta il pezzo che lui le ha scritto per Sanremo, che ha vinto,Luce. Poi arriva Fiorella Mannoia e i due cantano Guantanamera, un classico della musica cubana. Segue un pezzo di Fher Mana, Labios compartidos e poi Baila Morena che fa alzare tutto il pubblico.
Poi è il turno di Jovanotti che irrompe a suon di rap inglese, italiano e spagnolo e dice: “La vita senza Zucchero è un prodotto troppo amaro che gruppo, che band”. Grande duetto anche con Sam Moore, con cui canta You are so beautiful e Soul man. L’ultimo duetto è con Sting, con cui canta due pezzi di grande successo, Mad about you, di cui Zucchero ha fatto la versione italiana, Muoio per te, e a seguire Every breathe you take.
Lo show, che va alla grande, prosegue con l’evocazione di Pavarotti, un duetto sulle note di Misere, accompagnato da filmato. Chiude la serata Jovanotti con Per colpa di chi. E il Madison Square Garden è già conquistato, in visibilio per Zucchero.
Ma l’Americana Tour non finisce qui, “ho altre otto date” dice Zucchero, che intanto ne ha già fatte 40 e ha viaggiato per il Paese a bordo di uno sleeping bus. “Ci pensavo da tempo a fare un viaggio così, nell’America vera, non dove in genere vanno gli artisti italiani cercando le nostre comunità. È stato un gran viaggi, che mi ha permesso di suonare, ma anche di ascoltare, incontrare specie nel Texas e mettere giù appunti per un prossimo album che sicuramente imboccherà una strada blues”.
Roma 27 aprile