“Il Cielo è azzurro sopra Berlino”. In Germania è l’Italia disastrata di Calciopoli ad avere lo scatto d’orgoglio e a conquistare il Mondiale. Una cavalcata di cui parleremo da giugno nello speciale azzurri, ma l’attenzione in quella edizione era anche per Zinedine Zidane, alla sua ultima apparizione con la Francia e pronto a smettere dopo la Coppa del Mondo anche con il calcio. Una sorta di ora o mai più per il campione transalpino, che dopo una carriera di successi era pronto a trascinare i Blues all’ultimo trionfo, per chiudere come meglio non potrebbe ed entrare ancor di più nella storia.
La Francia è inserita nel girone G e la prima partita contro la Svizzera, conclusasi con uno scialbo 0-0, fa rivivere le paure di 4 anni prima in Giappone e Corea, dove i transalpini uscirono con zero reti fatte già al primo turno. Le polemiche cominciano ad essere subito forti sulla squadra di Domenech, beffato anche nella seconda partita contro la Corea del Sud a 9′ dal termine, quando alla rete di Henry risponde Park (anche se i blues recriminano per un gol non convalidato). La paura di una nuova disfatta è forte, ma contro l’esordiente Togo Henry e Vieira (oltre alla Svizzera che batte la Corea) scacciano via tutte le ombre. Agli ottavi però ecco la forte Spagna, che sta già mettendo le basi per il trionfo del 2010. Villa su rigore illude le Furie Rosse, ma è Zidane a prendersi la squadra sulle spalle e a ribaltare la situazione. Al 50′ grande lancio di Vieira per Ribery, che scatta in posizione regolare, scarta Casillas e con un rasoterra preciso pareggia. All’83’ il sorpasso con un colpo di testa di Vieira, mentre allo scadere è proprio il numero 10 francese a chiudere i conti su contropiede perfetto.
Il cammino della Francia è terribile e lo scontro con il Brasile ai quarti ne è la prova. I verdeoro, grandi favoriti alla vigilia e ancora trascinati da Ronaldo, vogliono vendicare la finale del ’98. Ma non hanno fatto i conti con un ispiratissimo Zidane, che giganteggia in mezzo al campo con una semplicità disarmante e una classe infinita. Nonostante il dominio nei primi 45′, i francesi non passano se non nella ripresa, quando una punizione del numero 10 viene raccolta sul secondo palo da Henry che batte Dida. La risposta dei brasiliani è forte ma senza successo: nel finale ci provano Ronaldinho e Ronaldo, ma è la Francia ad andare in semifinale, dove incontra la rivelazione Portogallo con l’emergente Cristiano Ronaldo. Malouda dopo neanche 36″ ha già l’occasione per andare avanti la ma la spreca. La squadra di Scolari è ben messa in campo, tiene un discreto possesso di palla e non si sbilancia, la Francia controlla e al 32′ colpisce: Zidane per Henry, dribbling a rientrare su Carvalho che lo stende in area. Larrionda decide per il rigore e Zidane con un destro all’angolo basso infila Ricardo. Cristiano Ronaldo per poco non pareggia fine primo tempo, così come nella ripresa, quando da un suo tiro respinto da Barthez non viene ribattuto in rete da Figo. Ma, nonostante la stanchezza nel finale, la Francia va in finale. Zidane è protagonista con la rete del vantaggio su rigore, macina gioco, sfiora il gol nella ripresa, ma alla fine nei supplementari risponde agli insulti di Materazzi con una testata. Elizondo non vede, la moviola sì e lo manda fuori. L’ultima istantanea della carriera di Zidane è la sua uscita dal campo con la testa china e la coppa alle sue spalle: una fine ingloriosa, che macchia una carriera straordinaria.
I numeri di Zidane al mondiale
Alcuni numeri della carriera di Zizou
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Roma, 29 maggio