A scuola si vedevano poco, andavano altrove. Con i clienti si incontravano nel piazzale della stazione ferroviaria di Ladispoli e poi da lì si spostavano verso parchi, spiagge o camere d’albergo. Qualcuno dei loro compagni ha visto più volte una di loro in compagnia di un quarantenne. Tutto questo è ora all’ esame degli investigatori, che stanno ricostruendo da settimane gli spostamenti dei clienti e delle baby squillo di Ladispoli, mentre la Procura di Roma presto interrogherà i clienti già identificati, con i Carabinieri alla ricerca di ulteriori conferme. Si dovrà scoprire, prima di tutto se il giro delle giovani prostitute, tutte tra i 15 e i 16 anni, sia stato manovrato da adulti, forse anche un’ organizzazione ramificata nel territorio. Proprio in queste ore gli investigatori starebbero valutando soprattutto la posizione di quattro o cinque persone, in particolare quella del quarantenne che si è incontrato spesso con una delle ragazzine coinvolte.
I ragazzi dell’istituto di Ladispoli, frequentato dalle ragazze sembrano preoccupati e, tra una lezione e l’altra, non fanno altro che parlare di questa vicenda. «Noi sospettavamo che fossero proprio le nostre compagne – racconta uno studente – le insegnanti e le responsabili dell’ istituto le sgridavano per come venivano vestite in classe. Temiamo che possa accadere loro qualcosa di brutto. Una si trova ancora a scuola con noi ma è quasi sempre assente. Un’altra non mette più piede in classe da circa due mesi».
Nel frattempo il Tribunale sta avendo in queste ore dei contatti anche con il comune di Ladispoli, in particolar modo con i servizi sociali che assieme ai dirigenti di alcune scuole avevano già segnalato alle forze dell’ordine, nell’ autunno del 2013, «comportamenti ad alto rischio di alcune minori». Già nei prossimi giorni ci possano essere novità per le tre ragazzine, allo scopo di salvaguardarne le condizioni di vita, tanto che potrebbero presto essere affidate ad una comunità protetta. E si dovrà anche stabilire, infine, se dentro ci siano finite solo delle minorenni con alle spalle famiglie disgregate, o anche delle loro coetanee che venderebbero il proprio corpo per spirito di emulazione.
Roma, 13 Maggio