Ecco come cambia il dl Lavoro. Otto gli emendamenti che il Governo ha presentato al Senato al testo del decreto Lavoro. «Il nostro intendimento, nel presentare gli 8 emendamenti al dl Lavoro, si è mosso nel senso di tre direzioni precise: semplificare la vita alle aziende, cercare che i contratti a tempo determinato abbiano una vita più lunga, spiazzare forme senza assicurazioni sociali, come le partite Iva i Co.Co.Co e così via» ha spiegato il sottosegretario al lavoro, Luigi Bobba del Pd, conversando con i giornalisti in una pausa dei lavori della Commissione.
Innanzitutto le proposte di modifica dell’esecutivo al provvedimento «partono dalla riscrittura del preambolo, con il compito di attribuire al decreto funzione di raccordo con il disegno di legge delega, ricordando che tutti i provvedimenti in esso contenuti hanno come obiettivo il contratto a tempo indeterminato a protezione crescente che sarà esaminato nella delega» ha spiegato ancora Bobba.
Salta l’obbligo di assunzione per chi sfora il tetto dei contratti a termine. Modificata anche la parte sull’apprendistato. Tra le principali novità rispetto al testo votato dalla Camera, la sanzione per lo sforamento della quota del 20% per i contratti a termine passa dall’assunzione a tempo indeterminato a una multa che l’impresa dovrà versare al fisco: la sanzione è pari al 20% nel caso in cui lo sforamento riguardi un solo lavoratore e sale al 50% in tutti gli altri casi. Altre misure riguardano l’apprendistato: il tetto relativo alla stabilizzazione di una quota di apprendisti vale per le aziende con oltre i 50 dipendenti (nel testo passato alla Camera la quota era 30) e viene inserito lo stop del limite per i contratti a termine negli enti di ricerca. Altro punto su cui si era acceso il dibattito politico è quello dell’offerta formativa pubblica: con un ulteriore emendamento, il governo specifica che la Regione dovrà indicare anche sedi e calendario e la formazione sarà mista, pubblica e privata.
Un’altra modifica riguarda una riformulazione del regime transitorio per i contratti a termine, con la specificazione che le imprese devono adeguarsi al tetto del 20% a meno che il contratto collettivo applicabile sia più favorevole. Infine viene previsto che il diritto di precedenza per le donne in gravidanza sia prevista nel contratto.
Roma, 3 maggio