La decisione è arrivata ieri sera: tre giornate di squalifica per il difensore della Juventus Giorgio Chiellini per la gomitata rifilata a Miralem Pjanic durante la sfida di domenica all’Olimpico. Una decisione che era nell’area, così come quella del ct Cesare Prandelli che, in barba al codice etico, usato nei casi precedenti con De Rossi e Destro (ma non per Balotelli), ha deciso di confermare la presenza del difensore al Mondiale. “Ho visto e rivisto l’azione di Chiellini: per me non è un gesto violento”, ha detto Prandelli ieri all’ANSA.. “Massimo rispetto per la giustizia sportiva, ma sono due canali diversi, come ho sempre detto. Per me l’azione non rientra in una gestualità violenta, non ha alzato il braccio per fare male. Io sono responsabile dei nostri comportamenti, quindi per me non è un gesto violento”.
E allora ecco la risposta della Rete, implacabile con la sua ironia, pronta ad investire l’ipocrisia altrui. Da ieri infatti spopola l’hashtag #veritàprandelliane, inventato dai ragazzi della rassegna stampa di Retesport Alessandro Cristofori e Sandro Bernardini, con frasi del tecnico azzurro che rivede alla sua maniera anche fatti storici. “Escluderei che il rogo di Giordano Bruno sia di origine dolosa”, “Ho rivisto al rallentatore la sequenza di gioco, ed escludo che Bruto e Cassio avessero intenzione di far male a Giulio Cesare”, solo alcune delle battute sfornate dagli internauti. Un hashtag che spopola, ma stavolta forse Prandelli se l’è cercata davvero.
Roma, 13 maggio