Il 13 maggio 1950 prende il via la prima gara di Formula 1 nel primo campionato piloti a punti.
Quel giorno si corre lungo il circuito di Silverstone, in Gran Bretagna. Una folla di 100.000 spettatori aspetta impaziente il grande evento. Dalla tribuna, la benedizione di Re Giorgio VI e della Regina Elisabetta.
Sul podio arriveranno in ordine: Nino Farina, Luigi Fagioli e terzo l’inglese Reg Parnell.
A quella gara ne seguiranno altre sei, che determinarono il vincitore della classifica finale. Tutti i Gran Premi erano disputati in Europa, ad eccezione delle 500 Miglia di Indianapolis. Fu scelta apposta una gara in America per gettare un ponte tra i due continenti, ma i piloti americani rifiuteranno di correre in Europa e viceversa, poche le eccezioni, come la timida apparizione di Ascari sul circuito americano nel 1952.
Le regole del primo mondiale erano ben differenti da quelli di oggi: potevano iscriversi tutti, appoggiandosi ad un Factory Team se serviva un motore, nessun limite di peso e di carburante per le autovetture, ma la cilindrata non doveva superare i 1500 cc.
Andavano a punti i primi cinque piloti, con la seguente scaletta: 8 al primo, 6 al secondo, 4 al terzo, 3 al quarto, 2 al quinto, e un punto veniva assegnato a chi effettuava il giro più veloce della gara.
All’epoca, durante la gara potevano alternarsi più piloti sulla stessa vettura, in questo caso i punti venivano dimezzati tra loro.
A fine campionato venivano calcolati i punteggi delle migliori quattro posizioni ottenute nei sette Gran Premi.
Quel primo campionato fu dominato dall’Alfa Romeo, come nella prima gara. L’Alfa Romeo 158 detta “Alfetta”, era un’auto straordinaria, concepita nel 1938, quando l’Italia Fascista non voleva essere da meno nei confronti della Germania, con le sue Mercedes e Auto Union.
L’Alfetta aveva tre piloti di spessore: Nino Farina, Juan Manuel Fangio e Luigi Fagioli.
Nel secondo GP esordì anche la Ferrari guidata da Alberto Ascari. Altra casa italiana era la Maserati, che faceva da Factory Team a molti privati, come le case britanniche: Alta, e l’ERA (English Racing Automobiles).
Sul fronte francese erano schierate le Talbot-Lago, e la Simca-Godini.
Il primo campionato è un testa a testa tra gli alfisti Fangio e Farina, che vincono tre gare ognuno, capitolo a parte Indianapolis, vinta dall’americano Johnnie Parsons.
Nella prima gara vinse Farina quando Fangio fu messo fuori gioco da una macchia d’olio. La fortuna assiste di nuovo Farina nell’ultima gara decisiva per il titolo, quando Fangio rompe, ritirandosi dal GP.
Il primo campione di Formula 1 sarà quindi Nino Farina, alla guida dell’imprendibile Alfa 158.
Curioso e degno di nota, anche il campionato disputato da Luigi Fagioli, che si guadagnò l’appellativo di “eterno secondo”.
Roma, 13 maggio