A San Siro contro l’Inter domani la Lazio si gioca le ultime carte per un posto in Europa League. Servirà una vera e propria impresa per raggiungere il traguardo ma Edy Reja continua a crederci, anche se la questione infortuni rende problematico tutto: “Anche quando sono arrivato era così, poi a lungo andare siamo peggiorati avendo giocato anche il giovedì e la Xoppa Italia. Mi dispiace per il reparto offensivo che nell’ultimo periodo era sempre al completo. Candreva ieri si è allenato con noi ma erano tre giorni che doveva smaltire la fatica accumulata perchè lui è un giocatore che non si risparmia. Quando entra in campo da tutto quello che può. Valuterò e cercherò una soluzione per gli esterni”.
Ma il tecnico poi sbotta: “La coperta è corta? Non era una battuta, probabilmente quando dico qualcosa viene presa in altri modi. Infatti ogni volta che dico qualcosa su cinque quotidiani c’è sempre qualcuno che non capisce il senso e scrive altro. Non ho fatto battute ma se avessimo fatto questo cammino dall’inizio avremmo tanti punti in più. Eppure in settimana sento solo critiche e che ci vogliono altri allenatori. Non so cosa devo fare: non c’è gratificazione o soddisfazione. Non c’è riconoscenza non solo per me ma anche per i miei collaboratori. Già l’ambiente non è facile. Abbiamo fatto belle vittorie e ci dispiace non aver centrato l’obiettivo europeo. Si trovano sempre aspetti critici ma c’è ancora una minima percentuale di centrare l’obiettivo. Non è detta l’ultima ma bisogna cambiare atteggiamento anche nelle critiche. Ogni volta che vado allo stadio è una cascata di fischi al mio nome, ma non capisco perché. Come dite voi? Ma de che stamo a parlà! Io ho sempre fatto quello e con i risultati degli ultimi anni penso di essere ancora in grado di dare direttive tecniche di questo tipo. Non dipende da me quello che dici ma dalla società che prenderà le sue decisioni. Poi di questo ne dovrò parlare con il presidente.
Ma Reja continua: “Ogni volta che viene allo stadio mia moglie me lo dice sempre: ‘ma perché ti fischiano così?’ Io non vado in cerca di applausi perché io con gli allenamenti mi rendo conto di aver svolto un gran bel lavoro. Altrimenti sarebbe stato un campionato disastroso. Sono d’accordo che la Lazio merita molto di più ma questa è stata una stagione molto particolare. L’Europa sarebbe stata una grande conquista per i tifosi e per la Lazio, ma non è detta l’ultima parola. Ora ho bisogno di una squadra in condizioni ottimali per battagliare”.
Sfida all’ex Hernanes: “E’ stato molto determinante. Ho sentito dire che io lo sostituivo spesso ma queste sono chiacchiere da bar. Anche Petkovic lo sostituiva, semplicemente nell’ultimo periodo non aveva i novanta minuti ma è sempre stato determinante. Ma anche in sua assenza i risultati sono sempre venuti a parte Genoa e Napoli. Non c’è un calcio spettacolare ma a tratti è piacevole vedere questa squadra. Io non posso dirlo se con lui sarebbe cambiata. Anderson è un giovane che sta lavorando e ora sta trovando una dimensione. Voglio dargli anche la possibilità di partire dall’inizio. Ha bisogno di un po di rodaggio ma è importante per il futuro della Lazio”.
Roma, 9 maggio