Luciano Liggio (correttamente sarebbe Leggio, ma è conosciuto come Liggio a causa di un errore di trascrizione di un brigadiere), è stato un criminale italiano, conosciuto anche come “La primula rossa di Corleone”.
Nel 1963, attraverso alcune fonti confidenziali, i Carabinieri di Palermo, comandati da Ignazio Milillo, vengono a sapere che Luciano Liggio si trova in una clinica di Palermo; le perquisizioni però vengono effettuate in un’altra clinica e Liggio viene dimesso nel frattempo. Arrivati nella clinica giusta, i Carabinieri accertano l’identità di coloro che gli facevano visita nel periodo della degenza e procedono con appostamenti, pedinamenti e perquisizioni domiciliari, che portano all’arresto di Luciano Liggio il 14 maggio 1964 a Corleone.
Liggio viene trovato nella casa di Leoluchina Sorisi, fidanzata del sindacalista che aveva fatto uccidere circa 16 anni prima. Carcerato a Ucciardone, nel 1968 viene assolto per insufficienza di prove nel processo di Catanzaro contro i protagonisti della prima guerra di mafia e viene assolto anche nel processo di Bari nel 1969, in cui era imputato per gli omicidi commessi a Corleone dal 1958.
Roma, 14 maggio