Trovare parcheggio a Roma a volte può diventare un vero e proprio stress, soprattutto in particolari zone. In questi casi la città si trasforma in una vera e propria giungla e inizia una caccia al posto, chi lo trova non lo lascerà tanto facilmente. Sareste disposti a pagare per evitare giri inutili in cerca di un parcheggio? Grazie ad un’applicazione sviluppata da tre giovani italiani sarà possibile mettere all’asta il posto auto che si sta liberando. L’innovativa applicazione si chiama Monkey Parking, con il logo della scimmietta in giacca e cravatta. L’applicazione per il momento è disponibile soltanto per Iphone. Dopo una fase sperimentale a Roma, da circa un mese Monkey Parking è stata lanciata a San Francisco e un paio di settimane fa è approdata nella capitale.
Ecco come funziona concretamente. L’app segnala i posti occupati dagli utilizzatori di Monkey Parking e permette di comprare all’asta il parcheggio facendo una proposta a chi ne sta liberando uno. Il sistema funziona sulla base di un’asta perciò gli utenti devono fornire le coordinate bancarie per dare e ricevere i soldi. Se si raggiunge un accordo l’utilizzatore che sta liberando un posto fornirà la posizione e i dettagli a colui che lo ha comprato. La transazione economica avviene quando l’acquirente ha parcheggiato realmente. «È come quando stiamo disperatamente cercando un posteggio e chiediamo ai pedoni con le chiavi in mano se stanno per liberare qualche posto. La nostra app mette in contatto le persone» spiega Paolo Dobrowolny, fondatore di Monkey Parking.
Il lancio della nuova app, però, ha scatenato diverse polemiche tra entusiasti e detrattori. Alcuni si chiedono se «sia legale vendere una proprietà pubblica», mentre per altri è «un’idea geniale» e per i più critici deve essere «fermata subito». Il Ceo Paolo Dobrowolny prova a calmare gli animi: «Non abbiamo avuto problemi legali. Noi mettiamo in contatto le persone e permettiamo loro di scambiarsi e vendere la preziosa informazione sul fatto che si sta liberando un posto. Chi lascia un parcheggio sarà incentivato a farlo perché avrà una ricompensa. Che cerca posto, invece, guadagnerà tempo. La nostra app semplifica la vita. Per adesso – conclude – non prendiamo commissioni, speriamo in futuro di prendere una percentuale».
Non ci sono state solo polemiche, però. Sono arrivate molte richieste per estendere l’iniziativa alle altre città. Per questo motivo i giovani sviluppatori hanno lanciato sul loro sito una sorta di contest per decidere dove espandersi. Per scoprire il destino della app, però, bisognerà prima vedere quante persone la utilizzeranno e quanto andranno avanti le polemiche.
Roma, 20 maggio