Dopo il rogo della Casa dei Sindacati di Odessa, Ucraina, sono stati recuperati 36 cadaveri, numero che, nelle prossime ore è destinato probabilmente a salire. Nel frattempo, secondo quanto dichiarato dalla polizia Ucraina, sono state arrestate 130 persone in seguito agli scontri tra lealisti, filorussi e alcuni tifosi di calcio.
Dalle prime ricostruzioni l’incendio scoppiato dopo il lancio di alcune bombe molotov verso il secondo e il terzo piano. Molte delle vittime sono morte soffocate per le esalazioni. Altre gettandosi -secondo quanto riporttato dal ministero dell’Interno- dalle finestre nel tentativo di sfuggire alle fiamme. Sugli arrestati, pendono accuse che vanno dalla partecipazione a disordini, all’omicidio premeditato. Il responsabili del rogo di Odessa sarebbe apparterrebbero alla frangia degli estremisti ucraini. Nell’edificio, in cui si erano rifugiati i filorussi dopo gli scontri in città, prima che venisse appiccato il fuoco, erano decedute infatti quattro persone, le quali avevano ingaggiato una vera e propria ‘caccia’ ai filorussi.
In conseguenza della strage, in città sono stati dichiarati tre giorni di lutto: in tutto negli scontri hanno perso la vita 42 persone. Dopo i primi decessi per gli scontri in strada, i filorussi hanno battuto la ritirata vero la sede del sindacato, poi dato alla fiamme, con almeno 36 vittime accertate nel rogo. Sul luogo della strage depositati fiori e corone in memoria delle vitime. In questo momento non si riscontrano focolai di nuove rivolte ma il leader degli antigovernativi, Valery Kaurov, ha confessato alle tv russe che le proteste potrebbero riprendere al termine allo scadere dei tre giorni di lutto, soprattutto per poter vendicare le vittime. Su Vkontakte, un social network russo simile a Facebook, sono stati postati le foto e gli indirizzi di casa di chi con secondo i filorussi ha provocato l’incendio presso la sede sindacale.
Il bilancio allarmante quello della guerra civile Ucraina, che venerdì ha contato almeno trentotto morti a Odessa e circa dozzina a Sloviansk, cità emblema della rivoluzione separatista filorussa. Una strage, quella di Odessa, che ha scatenato l’ira di Mosca che, “indignata” per “i crimini commessi”, ha chiesto “a Kiev e ai suoi sostenitori occidentali” di “assumersi le loro responsabilità”.
Un blitz dell’esercito ucraino potrebbe infliggere però il colpo definitivo agli accordi di Ginevra, secondo Mosca, che dal canto suo ha richiesto l’intervnto dell’Ocse e una riunione straordinaria del Consiglio di sicurezza dell’Onu per discutere di ciò che è stato considerata una “operazione punitiva” e “criminale”, minacciando Kiev sulla possibilità di chiusura delle forniture di gas entro la fine di maggio.
Roma, 3 maggio