Secondo il Pubblico Ministero, responsabile dell’omicidio Cohen è Giuliano Trevisani l’assassino, di conseguenza e questo spiega la richiesta di una condanna esemplare come l’ergastolo. Richiesta invece una condanna a tre anni, per l’amante di Trevisani, Alessia Marini, accusata di favoreggiamento.
Queste le richieste del pm Barbara Sargenti sul processo in corso presso la Corte d’assise di Roma, presieduta da Anna Argento. Altre due udienze previste per l’inizio di giugno e ci sarà la sentenza. Il corpo di Rafel Cohen, a quel tempo 74 enne e appartenente a una famiglia sacerdotale e con un ruolo carismatico all’interno della Sinagoga capitolina, fu rinvenuto nell’androne di un palazzo in via Rodolfo Lanciani, nel quartiere Tiburtino.
Il corpo senza vita dell’uomo era stato martoriato da una serie di fendenti al petto. Secondo l’accusa fu Trevisani ad ucciderlo, per vendicare Alessia Marini, l’amante. Secondo la ricostruzione dei fatti Cohen aveva molestato sessualmente la donna. Durante la requisitoria, il pm Sargenti ha precisato come il processo in questione fosse a carattere puramente indiziario, indicando tutti gli aspetti – i tentativi di depistaggio, il movente passionale e la coincidenza del profilo personale dell’uomo con quello dell’omicida – valutati i quali non ha riconosciuto né a Trevisani, né la Marini alcuna attenuante. Anzi, all’ex 007 è stata imputata anche la premeditazione e da qui la richiesta di condanna del carcere a vita.
Roma, 12 aprile