Pakistan: una ragazza incinta è stata uccisa con sassi e tegole in testa dai suoi familiari, compresi il padre e il fratello, perché colpevole di aver scelto il marito che desiderava.
Farzana Parveen, 25 anni, incinta di tre mesi, sognava una famiglia con il marito che deisderava e un figlio che entrambi aspettavano, ma i suoi familiari non erano d’accordo. Ennesimo caso di donna-oggetto, ancora in Pakistan, dove l’anno scorso sono state uccise 869 donne, vittime di “omicidi d’onore” orditi dalla cultura islamica.
La ragazza è stata uccisa davanti il tribunale di Lahore, dove si sarebbe presentata per difendere il suo neosposo, accusato dai familiari di Farzana di averla rapita e obbligata a sposarlo. Forse l’obiettivo dei familiari era quello di risolvere la situazione con il processo, ma quando hanno capito che Farzana stava per entrare in tribunale in difesa del marito, l’hanno aggredita uccidendola.
Non sappiamo se è stata una vera lapidazione o quasi. Ricordiamo che il rito della lapidazione è una pena di morte che consiste nel seppellire fino al petto la vittima dentro il terreno, successivamente questa viene colpita da sassi e bastoni fino ad essere uccisa.
L’investigatore della polizia pakistana, Rana Akhtar, ha raccontato la dinamica dell’omicidio: «Il fratello ha prima aperto il fuoco con una pistola ma l’ha mancata. Lei ha provato a scappare ma è caduta. I parenti l’hanno presa e l’hanno colpita a morte con dei mattoni».
Roma, 28 maggio.