Via del Casale Quintiliani, a pochi passi dalla stazione Tiburtina, una piccola favela abbandonata ospita una ventina di famiglie romene. Il sogno di amministratori, urbanisti e architetti resta sospeso nell’aria: quell’are doveva ospitare le infrastrutture dello Sdo. In questo accampamento abusivo proprio qualche giorno fa si è sfiorata la tragedia: due baracche hanno preso fuoco. Fortunatamente nessuno è rimasto ferito.
Nell’accampamento abusivo si trovano tredici baracche tirate su con assi di legno, tavole di plastica, tetti, se ci sono, di lamiere. Tutto attrezzato per dormire, con materassi rimediati fuori dai cassonetti, quelli che i cittadini non vogliono più. Niente acqua né servizi igienici, ovviamente, e folate di fumo e puzza di bruciato che ti avvolgono appena fuori dalle scale della metro.
Loro assicurano che in zona sono ben voluti. «La gente qui ci conosce, sanno che siamo brave persone, a volte ci portano vestiti o cibo». Narcisa, 26 anni ma il volto segnato dagli anni passati nel campo, lamenta il totale disinteresse dell’amministrazione. «Nessuno ci assiste, qui i bambini vorrebbero andare a scuola, andiamo a prendere l’acqua a una fontanella qui vicino e per l’elettricità abbiamo dei generatori di corrente».
Intanto dello Sdo non c’è traccia, un progetto trentennale che ha mutato più volte le vesti per restare nudo, sulla carta. Dal trasferimento, mai realizzato, degli uffici della pubblica amministrazione alla progettazione di studentati universitari, alloggi sociali, scuole. Niente di tutto questo è mai diventato realtà. I terreni, lasciati allo sbando, hanno fatto da calamita di insediamenti abusivi, come quello di via del Casale Quintiliani.
Inutile lo sgombero delle forze dell’ordine di circa un anno fa. Tempo poco e le venti famiglie erano di nuovo al loro posto. Qualcuno oggi approfitta delle fiamme per lanciare l’allarme, ricordando che il silenzio può essere pericoloso. «È insostenibile una simile situazione: sono anni che denunciamo lo stato di degrado in cui riversa la zona dove sorgono i campi abusivi abitati da numerose famiglie di etnia rom. Fortunatamente oggi non ci sono state vittime ma non possiamo continuare a sperare che la fortuna tenga pulite le nostre coscienze. Municipio e Comune devono al più presto smettere di restare a guardare e presentare un piano di assistenza serio per le famiglie che vivono nel campo, garantendo altresì la sicurezza dei cittadini residenti e dei fruitori della stazione metro Quintiliani» dichiara il presidente del circolo Ncd del IV municipio, Massimiliano Moscatelli.
Roma, 10 maggio