“Custodire la memoria e conoscere la storia non ufficiale del nostro Novecento, tra dittatura, guerra e ricostruzione, è importante, soprattutto per le nuove generazioni. Non solo grazie alla narrazione scritta, ma anche a quella affidata alle testimonianze in video dei protagonisti, ai documenti e alle fonti dell’epoca, spesso provenienti da preziosi e ricchi archivi storici audiovisivi.” questo l’obiettivo dichiarato della mostra Amarcord d’autore doc che sarà ospitata dall’8 maggio 2014, tre giovedì alla Casa della Memoria e della Storia per ammirare il talento e la creatività dei grandi documentaristi, per saperne di più dell’Italia di ieri.
La rassegna è promossa dall’Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica di Roma Capitale
Se siete interessati ecco il programma:
PROGRAMMA
8 maggio, ore 18.00
Lettera al Presidente di Marco Santarelli, insieme alla coautrice e storicaTeresa Bertilotti (Italia, 2013, 69′)
C’è chi scrive per ottenere una casa, un lavoro, il riconoscimento di una pensione, la luce elettrica, una ‘spintarella’ per un provino in televisione. E c’è chi propone fantastiche invenzioni o chi suggerisce un monumento al ‘Lavoratore Ignoto’ e così omaggiare i nostri emigranti. Dall’archivio del Quirinale le lettere inviate dagli italiani di tutte le età ai Presidenti della Repubblica.
29 maggio, ore 18.00
terramatta; di Costanza Quatriglio (Italia, 2012, 75′)
Una lingua inventata, né italiano né dialetto, musicale ed espressiva come quella di un cantastorie. Nato nel 1899, l’analfabeta siciliano Vincenzo Rabito racconta il Novecento attraverso migliaia di fitte pagine dattiloscritte raccolte in quaderni legati con la corda. Dall’estrema povertà al boom economico, è un secolo di guerre e disgrazie, ma anche di riscatto e lavoro. Il punto di vista inedito è quello di un ultimo che, scrivendo la propria autobiografia, rilegge la storia d’Italia.
12 giugno, ore 18.00
Pasta nera di Alessandro Piva (Italia, 2011, 62′)
Tra il 1945 e il 1952 più di 70mila bambini del Sud più svantaggiato furono ospitati temporaneamente da famiglie del Centro-Nord. Quei bambini presero in quegli anni il primo treno della loro vita, per lasciarsi alle spalle la povertà e le macerie del dopoguerra e vivere un’esperienza che non avrebbero mai più dimenticato. Il documentario riporta alla luce uno dei migliori esempi di solidarietà e spirito unitario nella storia del nostro Paese.
Roma,2 maggio